Orig.: Stati Uniti (1998) - Sogg. e scenegg.: Ken Sanzel - Fotogr.(Scope/a colori): Peter Lyons Collister - Mus.: Harry Gregson-Williams - Montagg.: Jay Cassidy - Dur.: 88' - Produz.: Brad Grey e Bernie Brillstein.
Interpreti e ruoli
Chow Yun-Fat (John Lee), Mira Sorvino (Meg Coburn), Michael Rooker (Stan 'Zeedo' Zedkov), Kenneth Tsang (Terence Wei), Jurgen Prochnow (Michael Kogan), Til Schweiger (Ryker), Danny Trejo . (Colllins), Carlos Gomez (Hunt), Frank Medrano (Rawlins)
Soggetto
John Lee, immigrato cinese, non riesce a liberarsi del proprio passato di killer professionista. Anche in America viene ricattato da Wei, spietato boss della malavita. Con la minaccia di far uccidere tutta la sua famiglia, Lee é obbligato a portare a termine una terribile vendetta contro l'ispettore Stan Zedkov. Wei inoltre vuole imporre anche le modalità di esecuzione di questo crimine. Di fronte alla prospettiva di compiere indicibili efferatezze, Lee rifiuta l'incarico, ben sapendo i rischi che questo comporta. Lee poi conosce Meg Coburn, un'abile falsaria che decide di aiutarlo e diventa così anche lei bersaglio dello spietato criminale. Insieme cercano di sfuggire ai sicari ingaggiati da Wei e impedire che vengano messe in atto le minacce contro i familiari. Quando, dopo molti inseguimenti, i due si trovano di fronte, Lee uccide Wei, si libera della pistola e va all'aeroporto. Qui trova Meg che gli porta un passaporto da lei preparato. "Non vorrei partire. Era più facile quando ci sparavano addosso" dice lui. E lei: "Mi mancherai tanto".
Valutazione Pastorale
Si tratta di un thriller drammatico di buona fattura e di bel risalto sotto il profilo della narrazione, carica di tensione, di suspence, di atmosfera. La presenza, nel ruolo del protagonista, dell'attore cinese Chow Yun-Fat fa sì che vengano messe a fianco alcune caratteristiche delle produzioni asiatiche con quelle del cinema d'azione americano più tipico. Il risultato é un racconto serrato, senza pause, certamente punteggiato da momenti crudi ma anche in grado di creare pause, spazi di meditazione e di malinconia per sentimenti che potevano nascere ma resteranno inespressi. Dal disegno e dagli atteggiamenti dei personaggi traspaiono anche la rabbia di vivere una condizione non gradita e la voglia di uscirne. Dal punto di vista pastorale, il film, nell'alternanza di momenti eccepibili ed altri più validi, é da valutare come discutibile, e crudo nella sua dimensione più ricorrente.
UTILIZZAZIONE: sia in programmazione ordinaria sia in altri contesti, il film è da proporre per un pubblico maturo di appassionati del genere 'azione' nelle sue molte varianti. Attenzione é da porre da parte delle famiglie per eventuali visioni televisive casalinghe.