Sogg.: Nicholas Klein, Win Wenders - Scenegg.: Nicholas Klein - Fotogr.: (Scope/a colori) Pascal Rabaud - Mus.: Ry Cooder - Montagg.: Peter Przygodda - Dur.: 122' -Produz.: Deepak Nayar, Wim Wenders, Nicholas Klein
Interpreti e ruoli
Bill Pullman (Mike Max), Gabriel Byrne (Ray Bering), Andie Mac Dowell (Paige Stockard), Traci Lind (Cat), Daniel Benzali (Bruce Phelps), K.Tood Freeman (Six), Loren Dean (Doc Block), Sam Fuller, Marisol Padilla Sanchez, Nicole Parker, Richard Cummings, Pruitt Taylor Vince, Rosalind Chao, Marshall Bell
Soggetto
Due uomini vengono assoldati per rapire Mike Max, un produttore cinetelevisivo che ha costruito la propria carriera su soggetti carichi di violen-za. Il rapimento riesce ma il giorno dopo i due esecutori vengono trovati deca-pitati. Incaricato del caso, lispettore Doc Block si trova di fronte a molti indizi allinizio confusi ma che, dopo unattenta analisi, finiscono per ricomporsi e suggerire una spiegazione forse plausibile: Mike è stato rapito ma in realtà è riuscito a liberarsi ed ha tagliato la testa ai suoi rapitori. Dallalto del laborato-rio segreto installato allinterno del Griffith Park Observatory, Ray Bering, ex scienziato della Nasa, ha assistito ad alcune fasi del crimine. Ray, che vive nel laboratorio insieme al vecchio padre e ad una domestica messicana, sta metten-do a punto un sistema che punta a controllare e a mettere fine alla violenza dilagante in tutti gli strati della società. Quando lispettore Doc cerca di parlare con Ray, questultimo viene ucciso, perché stava venendo meno al compito assegnatogli. La sua domestica si sente allora sollevata dallincarico che, di nascosto, esercitava nel laboratorio per conto dellFBI. Mike torna a casa, trova la moglie Paige che, nel frattempo, si era sostituita a lui a capo dellazienda. Adesso Paige punta la pistola alla testa del marito per obbligarlo a firmare laccordo definitivo di cessione. Mike si rassegna, poi guardando lontano, dice fuori campo: ora vedo i cinesi e spero che i cinesi vedano me.
Valutazione Pastorale
da qualche tempo il regista tedesco Wim Wenders ha iniziato un preciso percorso contenutistico sui guai provocati dal disinvolto uso che della violenza si fa attraverso limmagine. Laccusa è rivolta soprattutto contro il cinema americano, dove gli effetti speciali sono pensati e proposti sempre di più in funzione di uno sbalordimento dello spettatore, indifeso di fronte alleccesso di situazioni forti e scioccanti. A questo si accompagna una riflessione sulluso delle nuove tecnologie, di fronte alle quali non ci si può nascondere e che pure richiedono grande discrezione nellutilizzo, soprattutto al servizio degli altri e della collettività. In sostanza, in questo film Wenders indaga sugli scenari del Duemila ormai alle porte: il terrore della violenza, la paura della modernità, il discorso sul male impercettibile. Il tutto attraverso una storia che diventa un apologo, un invito morale ad una scelta etica di costume e di abitudini. Si tratta di sconfiggere uno stato danimo, di recuperare dal di dentro la capacità di incidere sulla coscienza di un mondo malato ma in grado di recuperare dignità. Certo la vicenda farraginosa e complicata rende i significati di non immediata lettura. Wenders usa uno stile quasi a cerchi concentrici, ma la denuncia è vigorosa, lansia civile dellautore molto sincera, il suo richiamo ai valori interiori dellindividuo convincente. Evidenziata quindi qualche riserva per situazioni non ben controllate, il film, dal punto di vista pastorale, va accolto positivamente nella sua complessità e suggerito per opportuni dibattiti.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. La sua densità e complessità lo consigliano però più per occasioni ristrette, dove sia possibile riflettere adeguatamente sulle numerose suggestioni che la storia propone.