CUBA LIBRE – VELOCIPEDI AI TROPICI

Valutazione
Accettabile-riserve, Superficiale
Tematica
Politica-Società
Genere
Commedia
Regia
David Riondino
Durata
105'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Francesco Bru
Musiche
David Riondino
Montaggio
Mauro Bonanni

Sogg. e Scenegg.: Francesco Bru-ni, Roberto Duiz, David Riondino, Paolo Virzì - Fotogr.: ( Normale/Colori ) - Mus.: David Riondino - Montagg.: Mauro Bonanni- Dur.: 105' - Pro-duz.: Rodeo Drive s.r.l.

Interpreti e ruoli

David Riondino (Daavid), Sabina Guzzanti (Monica), Antonio Catania (Paolo), Dario Cassini (Antonio), Bjliana Bosniakovic (Tatiana), Remo Remotti (Poeta), Ilenia Marino (Elisabetta), Massimo Olcese, Adolfo Margiotta, Gianni Fantoni, Tatti Sanguineti, Noremi Garcia, Ridney Imenez

Soggetto

In occasione del festival del cinema dell'Avana, alcuni italiani partono per l'isola caraibica. David gira con una telecamera, ha in mente di realizzare un film ispirato ad un parallelismo tra la Roma del dopoguerra, quella di Ladri di biciclette, e l'odierna Avana. Antonio è fotografo e vuole realizzare un servizio su un paio di scarpe con la modella Tatiana. Monica va a portare ai ragazzi delle elementari quaderni raccolti in Italia da organizza-zioni volontarie. Un anziano poeta, con la giovane assistente Elisabetta, compie, in occasione del compleanno, un viaggio alla ricerca dei luoghi ama-ti in gioventù, da Hemingway alla rivoluzione. Il commerciante Paolo sente il richiamo di una vita diversa e pensa di non fare più ritorno in Italia. David conosce un adolescente, al cui fratello maggiore viene rubata la bicicletta, e così la vicenda del famoso film italiano sembra subito riprendere vita. Moni-ca, affascinata dalla figura del Che Guevara, crede di rivederlo in un intellet-tuale che la conquista ma che poi si rivela un impostore. David pensa che dopotutto l'idea del film è ormai superata, e a poco a poco tutti fanno ritorno a casa.

Valutazione Pastorale

Per molti italiani, uomini di cultura, di spettacolo, di affari, l'isola di Cuba ha rappresentato e rappresenta tuttora un luogo dove andare per ricominciare daccapo una vita nuova a contatto con un ambiente ancora non contaminato dalla modernizzazione e dalla tecnologia. E' interes-sante il parallelismo che si viene a creare tra il famoso film di De Sica e la vicenda principale della storia, dove viene recuperata l'atmosfera cubana divisa tra attaccamento alla tradizione, timore del nuovo, voglia di non farsi condizionare dall'esterno. Ma, dal punto di vista pastorale, tutto l'insieme resta sbrigativo e superficiale, i personaggi sono o prevedibili o troppo simili a macchiette, e il racconto rimane involuto, chiuso in un debole manichei-smo, che vede i supposti buoni da un parte e i supposti cattivi dall'altra.
Utilizzazione: Essendo assenti situazioni sconvenienti o fuori misura, il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendo presenti le avver-tenze sopra ricordate. In contesti più ristretti, l'utilizzo è finalizzato a riflet-tere su argomenti inerenti la società italiani anni 80 e 90: il viaggio come ideologia, la fuga dalla realtà, il rapporto tra civiltà e sviluppo.

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