Orig.: Repubblica Ceca/Germania (2001) - Sogg. e scenegg.: Zdenek Sverak - Fotogr.(Panoramica/a colori): Vladimir Smutny - Mus.: Ondrej Soukup - Montagg.: Alois Fisarek - Dur.: 119' - Produz.: Eric Abraham, Jan Sverak.
Interpreti e ruoli
Ondrej Vetchy (Frantisek Slama), Krystof Hadek (Karel Vojtisek), Tara Fitzgerald (Susan), Charles Dance (Colonnello Bentley), Oldrich Kaiser (Machaty), David Novotny (Mrtvy), Lynda Rybova (Hanicka), Jaromir Dulava (Kanka), Radim Fiala (Sysel), Hans-Jorg Assmann . (dottor Blaschke)
Soggetto
Prigione di Mirou, Cecoslovacchia 1950. Il pilota Franta è rinchiuso in un campo di lavoro con l'accusa di essere un 'nemico del popolo'. Un flash-back porta il racconto indietro di una decina di anni. E' il maggio 1939, quando l'esercito tedesco invade e occupa la Cecoslovacchia. Franta, pilota già esperto, fa i complimenti al giovane Karel che ha appena superato l'esame di volo. All'arrivo dei nazisti, Franta decide di lasciare il paese, e Karel lo segue. Insieme raggiungono l'Inghilterra, dove vengono arruolati nella RAF. Passa un po' di tempo prima che il comando inglese decida di utilizzarli. A partire dal 1940 però i piloti cechi cominciano a partecipare alle missioni belliche. Al termine di un combattimento Karel, ferito, vaga per la campagna e trova rifugio a casa di Susan. La donna, che ospita bambini fatti evacuare da Londra bersagliata dai bombardamenti, non ha più notizie del marito militare. Karel se ne innamora, e lei sembra ricambiare. Un giorno arriva lì anche Franta, Susan ne è attratta e con lui avvia una relazione. Karel li vede per caso tempo dopo dalla finestra della casa. E' fuori di sè e toglie il saluto all'amico. Quando il marito di Susan torna sulla sedia a rotelle, Franta capisce di dovere fare finta di niente, saluta Susan e si allontana. La guerra finisce, Franta torna a casa ma qui ha una brutta sorpresa: il regime comunista accusa lui e gli altri piloti di tradimento e li mette agli arresti. Ecco Franta in carcere e in una chiesa adibita a luogo di lavoro. Una voce lontana gli arriva, forse quella di Karel che vuole parlargli.
Valutazione Pastorale
Bisogna partire dalla didascalia finale: vi si ricorda che nel 1951 i piloti cechi che avevano combattuto in Inghilterra furono mandati via dai campi di lavoro, mantenendo però il marchio infame di 'traditori' e che solo nel 1991 furono riabilitati e fu riconosciuto il valore del loro sacrificio. In totale 480 membri dell'aereonautica cecoslovacca morirono in Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale. E' una pagina di storia poco conosciuta dunque quella che si colloca al centro del racconto; un altro piccolo tassello che va a ricomporre il frastagliato mosaico di quella guerra composto più da ombre che da luci e affollato di troppi episodi rimossi. Avvenimenti veri e fatti autentici sono detti con il tono svelto della cronaca dal vivo. Oggi cittadino della Repubblica Ceca, Jan Sverak è stato il primo a vincere sotto la nuova bandiera il premio Oscar per il miglior film in lingua non inglese nel 1996 con il poetico "Kolya". Lavorando ancora una volta su un copione scritto dal padre Zdenek, il regista ricostruisce con dolore e rabbia quei momenti bui, fotografa paure, sbandamenti, speranze di quei piloti 'stranieri' in Inghilterra e 'nemici' in patria, diluisce i duri eventi bellici negli affanni e negli inciampi sentimentali. Amore e guerra è forse la sintesi più calzante della vicenda. Una sintesi non affrettata ma dilatata, capace di far risaltare la forza dell'amicizia, degli affetti, del bisogno di libertà. Dal punto di vista pastorale, un film misurato di buon impianto spettacolare, da valutare come accettabile, e nell'insieme realistico.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come testimonianza nell'ambito del rapporto cinema/seconda guerra mondiale.