Orig.: Stati Uniti (2005) - Sogg.: Koij Suzuki, Hideo Nakata, Takashige Ichise dal romanzo 'Honogurai Mizu No Soko Kara' di Koji Suzuki - Scenegg.: Rafael Yglesias - Fotogr.(Scope/a colori): Affonso Beato - Mus.: Angelo Badalamenti - Montagg.: Daniel Rezende - Dur.: 105' - Produz.: Bill Mechanic, Roy Lee, Doug Dawson.
Interpreti e ruoli
Jennifer Connelly (Dahlia Williams), Ariel Gade (Cecil Williams), John C.Really (Murray), Pete Postlethwaite (Veeck), Tim Roth (Jeff Platzer), Dougray Scott (Kyle Williams), Camryn Manheim (maestra d'asilo), Perla Haney Jardine (Natasha/Dahlia giovane), Bill Buell (mediatore), Jennifer Baxter . (Mary)
Soggetto
Separatasi bruscamente dal marito, Dahlia decide di cambiare zona, e sceglie per se e per la piccola figlia Cecil un appartamento in un condominio di Roosevelt Island, nella baia di Manhattan. Al pari del palazzo, anche la casa non é proprio accogliente, e subito vengono fuori alcuni problemi logistici. In particolare una macchia sul soffitto di una stanza si rivela assai pericolosa, insieme alla presenza di un portiere/tuttofare dai modi bruschi e di alcuni giovani teppisti che si divertono a terrorizzate gli inquilini. Seguono incubi, visioni macabre, allucinazioni che coinvolgono soprattutto Cecil, la quale sostiene di avere accanto a se una coetanea che chiama Natasha. Tutto il rimosso dell'infanzia di Dahlia torna a galla con prepotenza. La donna cerca aiuto in un avvocato un po' timido e solo dopo aver lottato con fantasmi veri e presunti, riesce a recuperare un rapporto soddisfacente con la figlioletta.
Valutazione Pastorale
Si tratta del remake americano del film giapponese "Acqua scura" diretto nel 2002 da Hideo Nakata. All'interno del genere thriller con venature horror, va detto che il racconto é ben orchestrato dal brasiliano Walter Salles, che si conferma regista concreto e affidabile. La suspence é tenuta viva con coerenza e la narrazione poggia su una buona logica di fondo. A svilupparsi in filigrana é l'analisi del dramma della separazione, con tutte le conseguenze mentali, affettive e organizzative che ne derivano. La protagonista sperimenta su di sè e sul rapporto con la figlia le difficoltà che emergono dal lato oscuro degli oggetti, delle cose, delle abitudini. Certo, il rischio di dare troppo spazio alle allucinazioni e di cadere in un reperto di schizofrenie psicanalitiche fini a se stesse é presente e in qualche passaggio prevale. Ma l'impianto generale sembra quello di una storia che lancia un severo, forte monito contro i vuoti che si aprono nelle famiglie disgregate. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, sia pure caratterizzato da crudezze.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza dei minori. Stessa cura per i più piccoli é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.