DEATH OF A PRESIDENT

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti **
Tematica
Mass-media, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Gabriel Range
Durata
90'
Anno di uscita
2007
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
Death of a President
Distribuzione
Lucky Red
Musiche
Richard Harvey
Montaggio
Brand Thumim

Orig.: Gran Bretagna (2006) - Sogg. e scenegg.: Gabriel Range, Simon Finch - Fotogr.(Panoramica/a colori): Graham Smith - Mus.: Richard Harvey - Montagg.: Brand Thumim - Dur.: 90' - Produz.: Simon Finch, Ed Guiney, Gabriel Range.

Interpreti e ruoli

Hend Ayoub (Zahra Abi Zikri), Brian Boland (Larry Stafford), Becky Ann Baker (Eleanor Drake), Robert Mangiardi (Greg Turner), Jay Patterson (Sam McCarthy), Jay Whittaker (Frank Molini), Michael Reilly Burke (Robert H. Maguire), James Urbaniak (James Pearn), Neko Parham (Casey Claybon), Chavez Ravine . (Marianne Claybon)

Soggetto

Qualche tempo fa, il 19 ottobre 2007, l'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush, è stato assassinato mentre usciva da un albergo di Chicago. All'inizio è stato incolpato un palestinese, poi si è scoperto che forse ad agire é stato un militare che aveva combattuto nella prima guerra del golfo. Attraverso interviste con i diretti interessati, presenti o non quel giorno a Chicago, viene ricostruito l'avvenimento sullo sfondo delle dure contestazioni di piazza di cui era oggetto in quel periodo il presidente Bush.

Valutazione Pastorale

La trama va riferita così, perché in questo modo viene proposta. Un avvenimento accaduto ormai quasi due anni prima, ora fatto oggetto di una indagine di taglio documentaristico. Tutto sembra potentemente vero, tutto é inesorabilmente falso. E noi lo sappiamo perché, ad oggi, il 19 ottobre 2007 deve ancora arrivare e quindi si parla di fantapolitica. Ma il racconto è così perfetto, incalzante, convincente che qualcuno ad un certo punto se ne dimentica, ed entra nella dimensione del 'vero'. Ecco quindi dove può arrivare la manipolazione dell'immagine, ecco in quale scenario virtuale rischiamo di essere coinvolti, a nostro danno. E certo da parte del regista non manca qualche compiacimento nel mostrare un Bush eliminato, ma la forzatura ideologica (se c'é) é più nella messa alla berlina di un atteggiamento americano portato a fare rapidamente giustizia secondo un'ottica di convenienza del momento. Muovendosi nel campo della totale alterazione della realtà, il copione rischia ambivalenze e scivolate pregiudiziali, ma resta molto inquietante, efficace e innovativo. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, senz'altro problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e ripreso come avvio alla riflessione sul tema centrale dell'immagine falsa e ingannevole.

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