Sogg.: Tratto dall'omonimo romanzo di Tiziano Sclavi - Scenegg.: Gianni Romoli - Fotogr.: (panoramica/a colori) Mauro Marchetti - Mus.: Manuel De Sica - Montagg.: Franco Fraticelli - Dur.: 106' - Coproduz.: Audifilm, Urania Film, Roma - KG Productions, Paris
Interpreti e ruoli
Rupert Everett (Francesco Dellamorte), Francois Hadji Lazaro (Gnaghi), Anna Falchi (Donna ideale), Stefano Masciarelli (Sindaco Scanarotti), Mickey Knox (Maresciallo Straniero), Clive Riche (Dottor Vercesi), Fabiana Formica (Valentina), Katja Anton, Claudia Lawrence, Anton Alexander, Barbara Cupisti
Soggetto
il giovane Francesco Dellamorte, guardiano nel piccolo cimitero di Buffalora, ed il suo compagno, il grasso e subnormale Gnaghi, che si esprime esclusivamente col monosillabo "Gnà", sono spesso impegnati ad uccidere con una pistola i cadaveri che dopo pochi giorni dalla sepoltura iniziano a rivivere. Frattanto una piacente vedova , visitando la tomba del consorte recentemente spirato, fa innamorare Francesco, e finisce per concederglisi sulla tomba del marito, mentre questi rivive: Francesco non riesce ad eliminarlo prima che morda la donna, che deve essere pertanto soppressa. Durante le indagini del maresciallo Straniero, Gnaghi si innamora della figlia del sindaco, Valentina Scanarotti, che muore in un incidente motociclistico, restando decapitata. Dopo la sepoltura Gnaghi ne recupera la testa parlante che inserisce nel televisore rotto. Intanto la vedova torna a rivivere e mentre Francesco l'abbraccia, costei lo morde ma viene soppressa da Gnaghi. Successivamente la testa di Valentina morde il padre, che vuole farsi fotografare col cadavere della figlia per propaganda elettorale, e questi viene eliminato da Francesco. Poi Dellamorte viene irretito dalla segretaria del nuovo sindaco, sosia della vedova, che gli confida di amare gli impotenti, e lui cerca di farsi evirare: la donna cambia idea dopo essere stata violentata dal sindaco, e vuole sposarlo. Inoltre una studentessa, sosia anch'essa della vedova, gli concede una notte d'amore, ma poi costei muore nell'incendio appiccato dal sempre più deluso e frustrato Dellamorte. All'ospedale l'amico Franco è in coma: si è accusato dell'incendio dopo aver eliminato moglie e figlie. Dopo aver ucciso un medico ed una suora, Dellamorte parte con Gnaghi in automobile per conoscere il mondo. Uscito da Buffalora, dopo un tunnel trova il vuoto davanti a sè: mentre Gnaghi riacquista la parola, ora Francesco parla a monosillabi.
Valutazione Pastorale
rivisitazione del genere horror con ampie escursioni nel grottesco, nell'allegorico e nello psicodramma, il film vuol essere la parabola dell'assurdità del vivere quotidiano, visto con gli occhi di un trentenne, macabro e disincantato "Don Chisciotte", affiancato da un "Sancho Panza" muto e handicappato che lo ama e lo serve come un animale fedele, costretto ad affrontare un'esistenza autoghettizzata nel "cimitero di provincia" dove le uniche cose che si muovono all'orizzonte sono in definitiva i morti che si ostinano a rivivere, in fondo sovrapponibili ai vivi che sembrano in realtà, per l'assoluta mancanza di valori che li contraddistingue, dei cadaveri viventi. L'amore è solo inganno, a meno di non renderlo, come fa l'ingenuo, elementare Gnaghi, un feticcio da contemplare nell'altarino dei sogni fasulli di un televisore; e la "Donna ideale", che riappare tre volte sul cammino di Dellamorte per tentarlo all'avventura con l'Eros, si rivela una triplice, sempre più cocente disillusione. Poco resta all'uomo, dopo il vano tentativo di fuga in un mondo esterno che in realtà non esiste: ma allora, dov'è la speranza? Perchè affannarsi a vivere se morte e vita, in questa tetra equazione, si equivalgono? Anche se il film si avvale di una suggestiva fotografia e di paradossi a volte felici, non può essere accettato pastoralmente per la presenza di scene erotiche e ripugnanti ma soprattutto per una tesi di fondo nichilista e dissacrante ai limiti del farneticante.