Interpreti e ruoli
Luca Marinelli (Diabolik), Valerio Mastrandrea (Ispettore Ginko), Miriam Leone (Eva Kant), Alessandro Roja (Giorgio Caron), Claudia Gerini (Signora Morel), Serena Rossi (Elisabeth), Vanessa Scalera (Segretaria di Caron), Roberto Citran (Direttore dell'albergo)
Soggetto
Negli anni ’60 Diabolik, ladro inafferrabile e misterioso, spadroneggia nella cittadina di Clerville. Sulle sue tracce si muove l’ispettore Ginko…
Valutazione Pastorale
Era il 1962 quando uscì in edicola il primo numero di “Diabolik”, fumetto destinato ad incontrare un grande successo di pubblico. Da quell’anno ad oggi la casa editrice Astorina ha pubblicato 895 albi di “Diabolik”, sempre con protagonista l’imprendibile ladro creato dalla penna delle sorelle Angela e Luciana Giussani. Di fronte ad una così abbondante produzione editoriale si è posto finora un solo film, “Diabolik”, girato da Mario Bava nel 1968, rimasto negli anni senza seguito. “L’accordo – dice Mario Gomboli, direttore editoriale della casa editrice - era che i Manetti Bros. sarebbero stati fedeli al fumetto originale”. Così il copione si ispira all’album numero 3 in cui comincia a comparire in scena Eva Kant, destinata ad un ruolo centrale nello sviluppo delle vicende successive. In questa nuova versione, molto conta la scelta degli attori. Miriam Leone è Eva Kant, la bionda fatale, dal fascino assassino, glaciale e all’apparenza fredda. Intorno a lei, Luca Marinelli è nei panni di Diabolik; Valerio Mastandrea in quelli dell’Ispettore Ginko, Alessandro Roja è Giorgio, ministro degli Interni, spasimante senza speranza di Eva. E poi, in ruoli via via di maggior contorno, Serena Rossi, Claudia Gerini, Roberto Citran, Pier Giorgio Bellocchio, Vanessa Scalera. Il guaio è che siamo di fronte ad un film dai molti personaggi, cui manca la giusta coralità. Per quanto vivace e ben diretto, il film inciampa in un copione un po’ statico, nel quale di fronte alla indubbia vivacità di scenografia, ambienti e atmosfere si pone una gestualità ogni tanto ingessata. Mancano grinta, rabbia, cattiveria. Il confronto Diabolik/Ginko resta ai livelli di una schermaglia appena abbozzata. Questo “Diabolik” ha la varietà visiva del terzo millennio ma non ne restituisce lo stesso fervore favolistico. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e generalmente semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come prodotto italiano ‘di genere’ ben curato e realizzato. Occasione di conoscenza, se lo si desidera, per un utile raffronto con il film del passato, rispetto a recitazione, montaggio delle immagini, uso della colonna sonora.