Orig.: Stati Uniti (2013) - Sogg.: basato sul libro di memorie "Behind the Candelabra: "My Life With Liberace" di Scott Thorson e Alex Thorleifson - Scenegg.: Richard LaGravenese - Fotogr.(Panoramica/a colori): Peter Andrews (Steven Soderbergh) - Mus.: Marvin Hamlisch - Montagg.: Mary Ann Bernard (Steven Soderberg) - Dur.: 118' - Produz.: Jerry Weintraub per HBO Films.
Interpreti e ruoli
Michael Douglas (Liberace), Matt Damon (Scott Thorson), Dan Aykroyd (Seymour Heller), Scott Bakula (Bob Black), Rob Lowe (dott. Jack Startz), Debbie Reynolds (Frances Liberace), Tom Papa (Ray Arnett), Bruce Ramsay (Carlucci), Paul Reiser (mr. Felder), Cheyenne Jackson (Billy Leatherwood), Mike O'Malley (Tracy Schneiker), Boyd Holbrook . (Cary James)
Soggetto
Nel 1977 Walter/Valentino Liberace, pianista di fama internazionale bravo e ricchissimo, conosce il giovane Scott e, dopo poco tempo, gli propone di fermarsi a vivere nella sua grande villa di Las Vegas con il ruolo di segretario personale. Scott accetta e passano così cinque anni di vita in comune prima della rottura del rapporto. Che avviene nel 1982, quando Liberace si è stancato e decide di sostituire Scott con un altro giovane. Dopo un periodo di lite a suon di avvocati e giudici, Liberace muore di AIDS nel 1987 a 68 anni.
Valutazione Pastorale
Il vero Scott Thorson, coadiuvato da Alex Thorleifson, ha scritto il libro di memorie "Behind the Candelabra: My Life With Liberace" che è alla base della sceneggiatura cui ha lavorato Richard LaGravenese. Nonostante la notorietà del personaggio, ci sono state non poche difficoltà per chiudere il pacchetto produttivo, che pure poteva contare su nomi di richiamo come Michael Douglas e Matt Damon. Nei titoli di testa figura infatti la sigla HBO, il canale televisivo che si è assunto l'onere di coprire il budget mancante. Il motivo di tante difficoltà si dice che sia nell'omosessualità del musicista e forse, più che in quella, negli sforzi fatti per tenerla nascosta e anzi per depistare stampa e pubblico. Questa situazione, che riflette l'andamento dei tempi negli USA di fine anni Settanta, è anche al centro del copione che può dare spazio sia agli spettacoli pubblici (dove Liberace è istrionico, esotico, ultrapop e kitsch) sia alla vita privata (dove l'omosessualità ottiene libero sfogo, e il ragazzo ne asseconda i desideri). Prorompente è il senso di narcisismo, di individualismo sfrenato, di quotidianità estetizzante con cui il musicista riempie le giornate: circondato da un lusso grezzo e sopra le righe e da una sorta di incubo verso il decadere del fisico e dell'età(da cui il ricorso alla chirurgia estetica). Il ritratto di questo personaggio dotato di naturale bravura e di pulsioni incontrollabili è affrontato da Soderbergh con uno sguardo disttatto e lontano, in più momenti quasi freddo, senza passione. Forse per il timore di andare troppo a fondo, conservando comunque le sequenze dei rapporti intimi tra i due, non sempre indispensabili. Cala sul racconto una sorta di atmosfera funerea, dentro la quale il musicista lancia proclami sul proprio essere cattolico e miracolato da una suora: confermando l'impressione di una irrisolta confusione tra vita e finzione. Forse a prevalere è una riflessione sul mondo dello spettacolo, dove valgono solo soldi, fama, e il piacere dell'individuo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, per un pubblico adulto e quindi in successive occasioni mirate per ripercorre gli utimi anni di vita di un personaggio controverso e contraddittorio soprattutto con se stesso. Da evitare per minori e piccoli in altre circostanze e in occasione di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.