Orig.: Brasile/Svizzera/Francia (2001) - Sogg.: tratto dal romanzo "Aprile spezzato" di Ismail Kadaré - Scenegg.: Walter Salles, Sergio Machado, Karim - Fotogr.(Scope/a colori): Walter Carvalho - Mus.: Antonio Pinto - Montagg.: Isabelle Rathery - Dur.: 106' - Produz.: Arthur Cohn.
Interpreti e ruoli
Rodrigo Santoro (Tonho), Jose Dumont (padre di Tonho), Ravi Lacerda (Pacù), Rita Assemany (madre di Tonho), Flavia Marco Antonio (Clara), Luiz Carlos Vasconcellos . (Salustiano)
Soggetto
Aprile 1910. All'interno del Sertao, territorio semi-arido del nordest brasiliano, una camicia sporca di sangue è mossa dal vento. Tonho, venti anni,il secondogenito della famiglia Breves, è costretto dal padre a vendicare la morte del fratello maggiore, vittima di una secolare lotta tra famiglie rivali per la proprietà delle terre. Tonho esegue e sa che, da quel momento, gli resterà poco da vivere, perchè sarà a sua volta ucciso da uno dei membri della rivale famiglia Ferreira. Tonho trascorre i giorni con il fratello minore, chiamato Piccolo. Un giorno i due fanno amicizia con due artisti del circo, Salustiano e Clara. Tonho é attratto da Clara e la segue in un paese vicino. Consapevole però del destino che lo attende, Tonho fa ritorno a casa. Quella sera Clara lo raggiunge, e i due riescono ad avere un momento di intimità. Uno dei Ferreira però è appostato nella zona, pronto a colpire. La mattina il Piccolo vede il fratello ancora addormentato, prende il suo cappello e la sua fascia nera di condannato a morte, e li porta il più lontano possibile.
Valutazione Pastorale
Il soggetto è tratto dal romanzo "Aprile spezzato" dello scrittore albanese Ismail Kadaré. Spiega Walter Salles: "Sono stato attratto dalla qualità mitologica del conflitto ancestrale narrato da Kadaré -questo scontro tragico tra un eroe costretto a commettere un crimine suo malgrado e il destino che lo spinge avanti. Sono stato inoltre catturato da questo mondo che precede il tempo e la parola, fatto di cose non dette, di sguardi. Con il consenso dell'autore, ho ambientato i fatti in Brasile, passando attraverso la tragedia greca, e facendo emergere il carattere universale del romanzo di Kadarè. Ho pensato ad un film che avesse una qualità favolistica, che non avesse bisogno di radicarsi in uno spazio geografico totalmente realista (...)". Letto in questa prospettiva, il film è già detto quasi per intero. Il clima è quello della tragedia in cui si mescolano superstizione e fatalismo, dando luogo ad una catena di delitti che vanno avanti quasi per inerzia, senza che nessuno si chieda se sia possibile interromperli. Questo compito é (o dovrebbe) essere affidato al Piccolo, l'unico in grado di spezzare la catena e ricominciare dalla pacificazione. Reduce dal poetico e coinvolgente "Central do Brasil", Salles non appare molto a proprio agio con una storia che deve sempre essere tenuta sopra le righe, tra eccessi di fatti, di azioni, di dolori, di colori. Il dramma qua e là risulta un po' stucchevole, incombe un certo manierismo, e l'idea della vendetta è proposta con non sempre motivate giustificazioni. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, e percorso da qualche ambiguità.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film é da utilizzare in occasioni mirate, come ritratto storico del Brasile, nell'ambito del rapporto cinema/letteratura. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.