Orig.: Danimarca, Svezia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda (2003) - Sogg. e scenegg.: Lars Von Trier - Fotogr.(Scope/a colori): Anthony Dod Mantle - Mus.: brani vari, supervisione musicale di Zentropa Music ApS/Anders Valbro - Montagg.: Molly Malene Stensgaard - Dur.: 135' - Produz.: Gillian Berrie, Bettina Bronkemper, Anja Grafers, Els Vandevorst.
Interpreti e ruoli
Nicole Kidman (Grace), Paul Bettany (Tom Edison), Harriett Andersson (Gloria), Lauren Bacall (Ma Ginger), Jean-Marc Barr (l'uomo con il grande cappello), Blair Brown (mrs.Henson), Patricia Clarkson (Vera), Philip Baker Hall (Tom Edison), James Caan ( il padre), Ben Gazzarra (il grande uomo), Jeremy Davies ( padre di Grace), Stellan Skarsgard (Jack McKay), Chloe Sevigny (Bill Henson), John Hurt (Chuck)
Soggetto
La giovane Grace arriva a Dogville, una cittadina sperduta tra le Montagne Rocciose, là dove la strada finisce vicino all'ingresso di una miniera abbandonata. Grace è in fuga, inseguita da un gruppo di gangster. La piccola comunità di Dogville, riunitasi intorno a Tom autonominatosi portavoce, decide che Grace può restare per due settimane, dedicandosi a lavori domestici che le permettano di guadagnare qualcosa e mantenersi. Un giorno la polizia arriva a Dogville e affigge il poster di una persona ricercata: é Grace, e allora i cittadini cambiano atteggiamento. Ora Grace non solo è costretta a lavorare a tempo pieno ma subisce angherie e rimproveri. Inoltre Jack le tocca la gamba e Chuck si approfitta di lei nel frutteto. Tom (che ne è innamorato) convince Grace a scappare da Dogville con l'aiuto del camionista Ben. Ma costui, invece di condurla giù dalla montagna, abusa di lei e la riporta in paese, rivelando a tutti la fuga. Per evitare nuovi tentativi, viene deciso che Grace debba essere legata con il collare del cane Moses. Così ora, durante la notte, tutti gli uomini di Dogville vanno da Grace e hanno rapporti con lei. Temendo allora un cambiamento di umore dei suoi concittadini, Tom non esita a telefonare ai gangster per segnalare la presenza della donna. Quello che succede dopo, Tom non poteva prevederlo. Sulla Cadillac che arriva in paese insieme ad altre macchine, c'é il capo della banda, che è anche il padre di Grace. Dopo un colloquio tra loro due, la soluzione viene decisa: gli abitanti sono eliminati ad uno ad uno. Di Dogville non resta traccia, se non attraverso la presenza del cane Moses che continua ad abbaiare.
Valutazione Pastorale
Dice Lars Von Trier: " 'Dogville' è ambientato in America, ma è solo l'America come la vedo io...Non è né un film scientifico né un film storico. E' un film che suscita emozioni. Si tratta degli Stati Uniti, ma potrebbe trattarsi di una qualsiasi piccola città ovunque nel mondo. Ovviamente non è la verità, perché non sono mai stato in America...Ho imparato quando ero piccolo che se sei forte devi anche essere giusto e buono, e non mi sembra che sia così in America...L'idea di Grace messa completamente nelle mani della gente del posto spiega che se tu ti presenti agli altri come dono, potrebbe essere pericoloso. Il potere che questo dà alla gente, li corrompe...". Concepito come il primo film di una trilogia dedicata agli USA, "Dogville" é girato interamente all'interno di uno studio a Copenaghen, dove è stata ricostruita la cittadina ma senza gli edifici: solo mobili, segni di finestre, strisce per terra, in una simbologia che volutamente evita gli spazi chiusi. Dogville vive all'aperto, la comunità guarda se stessa e tutta insieme osserva la nuova arrivata. Se il primo approccio è improntato all'accoglienza, ben presto la solidarietà svanisce per lasciare il posto a paure, egoismi, bugie. Dogville non è stata capace di accogliere Grace (la Grazia), e la donna si vendica in modo estremo. Parabola amarissima sulla difficoltà di mantenere vivi nella società i sentimenti migliori, il racconto è condotto da von Trier con asciutta drammaticità risolta in passaggi anche fortemente lirici. Temi di spiccata valenza etica quali il sacrificio, la vendetta, l'amore impossibile, la costruzione di una società a misura di tutti sono affrontati ancora una volta dal regista danese con il suo piglio arguto e caustico, spiazzante, quasi sempre portatore di una visione del mondo toccata da brividi di disperata vitalità. Metafora storico- sociale-spirituale, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, certamente complesso e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
In programmazione ordinaria, il film é da utilizzare per un pubblico adulto. Da proporre più opportunamente in occasioni mirate, per avviare riflessioni sui molti temi che propone, non ultima quella sul linguaggio tra cinema e teatro, funzionale allo sviluppo della drammaticità delle situazioni e dei personaggi. Attenzione é da tenere per i minori in caso di passaggi televisivi, e di utilizzo di VHS e DVD.