Sogg. Ivana Masetti - Scenegg.: Gerard Brach, Ivana Masetti - Fotogr.: (panoramica/a colori) Tonino Nardi - Mus.: Alessandro Murzi, Massimo Terracini - Montagg.: Anna Rosa Napoli - Dur.: 97' - Produz.: Clemi Cinematografica, Rete Italia
Interpreti e ruoli
Brigitte Nielsen (Domino), Thomas Arana, Daniela Azzone, Lucien Bruchon, Pascal Druant, Cyrus Elias, Stephanie Ferrara, Sheila Folli, Joy Garrison, Geretta Giancarlo
Soggetto
Domino è una giovane donna infelice poiché il lavoro di regista di video clip non la soddisfa più e non riesce più a provare amore per nessun uomo. Invano un suo occasionale amante, Victor, tenta di risvegliare in lei la passione di un tempo: inutilmente la donna cerca di confidarsi con un suo vecchio spasimante, Gavros, che è sempre in giro per affari. Conosce durante la registrazione di un film su Billie Holliday, un certo Paul Dulac che inizia a corteggiarla e alla fine, nonostante sia sposato, riesce a conquistarla. Ma per Domino la felicità è sempre lontana, anzi la disperazione aumenta e a nulla servono i consigli disinteressati di una vecchia amica, Gabriella, prostituta molto ricercata che la porta in uno squallido peep show. Domino si abbandona allora ad un sogno incredibile: vuole conoscere di persona l'uomo che da tempo le telefona e le parla con voce suadente e sensuale. L'impresa non è facile, anche perché a complicare le cose c'è pure uno sconosciuto che spia la donna con un cannocchiale dalla finestra del palazzo di fronte. Alla fine Domino conosce l'uomo del telefono: cosi facendo però quella piccola consolazione ha termine poiché l'uomo non la chiamerà più in quanto ella ha voluto rompere l'incantesimo desiderando vederlo in carne ed ossa. Ora Domino, sempre più sola ed angosciata ha soltanto soddisfazione di vedere il suo film su Billie Holliday finito e forse la nascita di una sincera amicizia con l'attrice protagonista.
Valutazione Pastorale
è un film pieno di pretese con dialoghi risibili e una trama sconclusionata, priva di nessi logici, frammentaria ed estremamente noiosa. È solo un pretesto per offrire situazioni socialmente e moralmente riprovevoli, scene erotiche morbose e malsane in cui la donna è presentata in modo decisamente degradante ed offensivo. Alcune sequenze sono realizzate con un gusto estetico non indifferente: ma non si può ovviamente accettare la tesi della regista che suggerisce una completa ed estremamente discutibile liberalizzazione delle abitudini sessuali in genere.