Sogg. e Scenegg.: Giovanni Veronesi, Ugo Chiti, Francesco Nuti - Fotogr.: (scope/a colori) Gianlorenzo Battaglia - Mus.: Giovanni Nuti - Montagg.: Sergio Montanari - Dur.: 113' - Produz.: Filmauro, Piccioli Film, Filmone.
Interpreti e ruoli
Francesco Nuti (Renzo Calabrese), Carole Bouquet (Margherita), Gastone Moschin (Avvocato Carabba), Cinzia Leone (Simona), Didi Perego, Guido Alberti, Antonio Petrocelli, Patrizia Corti, Daniele Dublino, Massimo Salvianti
Soggetto
Renzo Calabrese, medico trentenne originario di una modesta famiglia piccolo-borghese, incontra Margherita, bella irrequieta e aperta al femminismo. Lui, che le ha offerto un passaggio in automobile in una strada di campagna senese, se ne innamora dopo un po' (l'ha trovata in fuga e nei guai) e, malgrado scontri vari, lei lo ricambia. Renzo si trova per lei implicato in avventure rischiose (tra l'altro la donna è stata per due anni l'amante di un brigatista), ma Renzo è fedele e geloso. Quando Rita gli dichiara francamente che con lui non raggiunge più il piacere, lui decide di tentare un rapporto con un'altra giovane coppia reperita sugli annunci economici, ma già ai preliminari reagisce violentemente e tra Renzo e Margherita avviene un forte scontro. Il fatto è che Renzo conserva del vincolo coniugale, e di tutti i suoi risvolti, un'idea tradizionale e poi gli impegni sociali della bella Rita che lavora ed è intanto passata dal ruolo di compagna a quello di moglie non sono a lui graditi. Per cui compra un casale sperduto nella campagna, narcotizza e rapisce la consorte, le serra una caviglia con una lunga catena e, mentre quella lava, stira e serve in tavola, Renzo guida un trattore inneggiando alla sana vita bucolica, marito-padrone a tempo pieno. Finché una sera cede alle preghiere della donna: le toglie la catena e sul letto di casa riceve una palettata in testa che lo lascia tramortito. Rita fugge, avverte la Polizia e il maschilista finisce in prigione. Tutto è raccontato alla Giurìa nelle motivazioni, reazioni ed eventi dal difensore di Renzo, l'avvocato Carabba il quale, malgrado la passione e la perizia dispiegate in Tribunale, non riesce ad evitare al proprio cliente una condanna a sette anni per ratto, sequestro e violenze psico-fisiche. Renzo ne farà solo tre, per buona condotta. Poi, uscito, il reo tornerà con Rita, prolificherà e invecchierà con lei, sempre litigando anche ai giardinetti davanti alla nipotina, innamorato, geloso e possessivo verso quella donna tempestosa, nel vincolo coniugale che incatena questa volta tutti e due fino alla morte.
Valutazione Pastorale
Quella di Francesco Nuti è sempre una comicità che privilegia l'umorismo, anzi l'ironia e si colora di sfumature anche sottilmente melanconiche. Essa è fina, sebbene non sempre fine per taluni dettagli: Nuti ama il paradossale delle situazioni e reazioni. Il tema verte sulla crisi di coppia: tema che il film svolge con alcuni squilibri narrativi, in un'ottica che farà probabilmente piacere ai maschilisti, tanto più che l'avvocato difensore (l'ottimo e gustoso Gastone Moschin) fa di tutto per scagionare il suo possessivo cliente. Al dunque, però (e malgrado caratteri assolutamente diversi) i due si amano. Resta il dubbio che si amino sul serio. Ci sono più scontri temperamentali e più botte, che incontri e sorrisi (rarissimi quelli di Carole Bouquet, alla quale compete di abbondare in irruenza e provocazioni). Il vincolo coniugale, così come è considerato nell'ottica deformata e prevaricatrice di Renzo, è una catena da trascinare fino al termine della vita, in un clima da rissa quotidiana e con un'acredine che negli anni si fa più spessa. È una tesi non certo gradevole, forse realistica sicuramente meno ambigua e compromissoria di molte altre soluzioni. È doveroso aggiungere, però, che è un peccato che la commedia, nella quale alcuni spunti positivi esistono, subisca spesso e volentieri cadute di gusto e scabrosità varie (l'episodio dell'incontro con un'altra coppia, oltre alla grossolanità di taluni dialoghi).