DORIAN GRAY

Valutazione
Complesso, scabrosità
Tematica
Famiglia - genitori figli, Letteratura, Male
Genere
Drammatico
Regia
Oliver Parker
Durata
113'
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Gran Bretagna
Distribuzione
Eagle Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Toby Finlay tratto dal romanzo "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde
Musiche
Charlie Mole
Montaggio
Guy Bensley

Orig.: Gran Bretagna (2009) - Sogg.: tratto dal romanzo "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde - Scenegg.: Toby Finlay - Fotogr.(Panoramica/a colori): Roger Pratt - Mus.: Charlie Mole - Montagg.: Guy Bensley - Dur.: 113' - Produz.: Barnaby Thompson.

Interpreti e ruoli

Ben Barnes (Dorian Gray), Colin Firth (Henry Wotton), Ben Chaplin (Basil Hallward), Rebecca Hall (Emily Wotton), Douglas Henshall (Alan Campbell), Rachel Hurd-Wood (Sibyl Vane), Maryam D'Abo (Gladys), Michael Culkin (lord Radley), Emilia Fox (lady Victoria Wotton), Fiona Shaw (Agatha)

Soggetto

Arrivato nella Londra vittoriana, il giovane e bellissimo Dorian Gray viene trascinato nel vortice della vita edonistica della città da Henry Wotton. Il pittore Basil Hallward dipinge un ritratto esmplare di Dorian, al punto che il giovane fa un istintivo giuramento: sacrificherà qualunque cosa pur di rimanere così mcome appare nel ritratto. Ma venticinque anni dopo, tornato a Londra per niente invecchiato, Dorian si accorge di quanto quel giuramento ora gli si rivolti contro, fino a farlo vivere nel rimorso e nel dolore.

Valutazione Pastorale

Sul romanzo "Il ritratto di Dorian Gray" scritto da Oscar Wilde e pubblicato nel 1890 si sono già molto esercitati cinema e televisione. E' evidente che il percorso di un giovane che cerca l'eterna bellezza e trova la maledizione é in grado di andare incontro a trasposizioni varie, ciascuna legata al proprio tempo. Qui la regia punta molto su quella forma drammatica che facilmente sfocia nell'horror tipico di questi. Nella Londra convenzionale di fine '800 si insinuano quegli effetti speciali che attraversano tanti altri generi e ottegono sempre consensi. A dire il cvero, c'è ben poco di nuovo. Domina lo stereotipo dell'abbinamento tra giovinezza, edonismo, provocazione, senza che mai si accenni a qualche significato un po' più profondo. Andando avanti, il racconto diventa faticoso e prevedibile, poco coinvolgente al di là delll'insistito formalismo, e il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come complesso e segnato da scabrosità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendo conto della presenza di passaggi meno sorvegliati. Attenzione é da riservare per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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