Orig.: Stati Uniti (2015) - Sogg. e scenegg.: Diablo Cody - Fotogr.(Scope/a colori): Declan Quinn - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Wyatt Smith - Dur.: 100' - Produz.: Marc Platt, Diablo Cody, Mason Novick, Gary Goetzman - IN PROGRAMMA AL 68° FESTIVAL DI LOCARNO (2015) NELLA SEZIONE "PIAZZA GRANDE".
Interpreti e ruoli
Meryl Streep (Ricki Rendazzo), Kevin Kline (Pete Brummel), Mamie Gummer (Julie Brummel), Audra McDonald (Maureen), Sebastian Stan (Joshua), Rick Springfield (Greg), Ben Platt (Daniel), Charlotte Rae (Oma), Nick Westrate (Adam Brummel), Hailey Gates (Emily), Jeff Biehl (Jeff), Joe Vitale (Joe), Keala Settle (Sharon), Gabriel Ebert . (Max)
Soggetto
Decisa a diventare una rockstar, Ricki Rendazzo si è dedicata per anni alla musica. alle canzoni, alle band che l'hanno accompagnata. Conduce in California una vita precaria, accettando di fare la cassiera in un supermercato. Qui la cerca Pete, l'ex marito: a Indianapolis la figlia Julie è in crisi dopo che il marito l'ha lasciata per un'altra e lui le chiede di soccorrere la donna in fase di depressione. Il ritorno a casa di Ricki è l'occasione per un nuovo incontro della famiglia: i genitori, la figlia femmina, i due figli maschi, uno in procinto di sposarsi. Così in effetti succede ma ogni occasione è buona per riaccendere liti, riproporre rancori, scatenare rivincite. Fino al giorno del matrimonio del figlio Adam...
Valutazione Pastorale
Se, dopo innumerevoli titoli da indimenticabile protagonista e una serie di nomination all'Oscar da record, Meryl Streep aveva ancora voglia di dimostrarsi la più brava, questo era il film giusto. Perché quello di Ricki Rendazzo é personaggio altalenante e ambivalente a tutto tondo: appassionata di musica che, nonostante il passare degli anni, non rinuncia a concerti, canzoni, rapporti e dialogo piccante col pubblico; trasandata e truccata tipi anni '70; sempre in bolletta, affezionata alla propria band e, soprattutto, incapace di decidere cosa fare con i tre figli ormai adulti avuti con l'ex marito. I quali, lasciati quasi sempre soli, sono cresciuti alla meno peggio, tra incertezze e carenze affettive, e ora scontano squilibri di coscienza. Ricky va a trovarli a Indianapolis, affronta con loro problemi di un passato lontano e confuso. Ripicche, battute pesanti, un rinfacciarsi accuse al vetriolo che sfocia in toni a lungo andare stucchevolmente leziosi. Quando molto sembra compromesso, lei sale sul palco e canta: lì finalmente riesce a risollevare le sorti del gruppo. La famiglia balla e ride. Fine in gloria. C'è poca storia e molta musica, e Streep predilige la cantante alla mamma. Nei ritagli di spazio concessi dal copione, le tematiche familiari si ricavano spazi esigui, affrettati, approssimativi. Demme cerca di mettere insieme suggestioni di tanti suoi titoli precedenti. Con furbizia lancia qualche graffio da commedia di costume (lei ha votato per due volte George Bush jr) ma il giochetto ha il fiato corto. Resta la prova della protagonista. E un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile ma non esente da superficialità.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto non sempre equilibrato tra spettacolo e critica.