Orig.: Francia/Gran Bretagna (2004) - Sogg.: Alain Godard - Scenegg.: Alain Godard, Jean-Jacques Annaud - Fotogr.(Scope/a colori): Jean-Marie Dreujou - Mus.: Stephen Warbeck - Montagg.: Noelle Boisson - Dur.: 109' - Produz.: Jake Eberts, Jean-Jacques Annaud.
Interpreti e ruoli
Kumal e Sangha (i due fratelli tigre), Guy Pearce (Aidan McRory), Jean-Claude Dreyfus (Eugene Normandin), Philippine Leroy-Beaulieu (Mathilde Normandin), Freddie Highmore (Raoul), Oanh Nguyen (Sua Eccellenza), Moussa Maaskri (Saladin), Vincent Scarino (Zerbino), Stéphanie Lagarde . (Paulette)
Soggetto
Nella giungla indocinese, negli anni Venti del secolo scorso, l'ex cacciatore Aidan arriva al tempio di Buddha per saccheggiare le sacre statue. Sullo stesso luogo una famiglia di tigri viene distrutta: il padre ucciso, la madre e Sangha,uno dei piccoli fuggiti tra le fiamme, Kumal, l'altro cucciolo, adottato da Aidan stesso. Tempo dopo, Kumal viene venduto ai proprietari di un circo e costretto ad esibirsi in pedana. Sangha invece diventa la migliore compagnia del piccolo figlio dell'amministratore. Inutilmente il bambino strilla, allorquando Sangha viene ceduto ad un Principe che l'addestra ai combattimenti. Succede così che Khumal e Sangha, fratelli, si ritrovano nell'arena a doversi sbranare per il divertimento degli spettatori. Qualcosa però va storto, scoppia un incendio, e, nel panico generale, le due tigri fuggono e tornano nella giungla, dove si ricongiungono alla mamma.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una bella incursione, tra dramma e avventura, in quel mondo esotico dell'estremo oriente che tanta letteratura e tanto cinema ha alimentato nel secolo scorso. Non nuovo ad approcci di forte impatto nei confronti del regno animale ("L'orso"), Annaud si conferma regista in grado di ridare nuova e robusta linfa a vicende a forte rischio di stereotipo. Qui invece la felice scelta degli 'esterni', il fascino di luoghi e ambienti, la esemplare capacità di rendere i due tigrotti 'complici' della storia e 'attori' protagonisti accanto agli altri producono il risultato di una favola antica e tuttavia moderna, per l'invito che emerge a rispettare le leggi della natura, per l'attenzione posta sugli animali in via di estinzione. Supportato da una adeguata colonna sonora, qua e là un po' didattico e calligrafico, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e nell'insieme poetico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare come proposta anche per ragazzi e bambini.