Dune. Parte Due

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Avidità, Conflitti etnici, Dolore, Donna, Ecologia, Emarginazione, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Guerra, Libertà, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Movimenti e sette, Potere, Rapporto tra culture, Solidarietà, Tematiche religiose
Genere
Avventuroso, Azione, Drammatico, Fantastico
Regia
Denis Villeneuve
Durata
165'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Canada, Stati Uniti
Titolo Originale
Dune: Part Two
Distribuzione
Warner Bros
Soggetto e Sceneggiatura
Denis Villeneuve e Jon Spaihts, basato sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert.
Fotografia
Greig Fraser
Musiche
Hans Zimmer
Montaggio
Joe Walker
Produzione
Mary Parent, Cale Boyter, Denis Villeneuve, Tanya Lapointe, Patrick Mccormick. Casa di produzione: Warner Bros., Legendary Pictures.

Interpreti e ruoli

Timothée Chalamet (Paul Atreides), Zendaya (Chani), Rebecca Ferguson (Lady Jessica), Josh Brolin (Gurney Halleck), Austin Butler (Feyd-Rautha Harkonnen), Florence Pugh (Principessa Irulan Corrino), Dave Bautista (Glossu "Bestia" Rabban Harkonnen), Charlotte Rampling (Gaius Helen Mohiam), Javier Bardem (Stilgar), Christopher Walken (Imperatore Shaddam IV), Léa Seydoux (Margot Fenring), Stellan Skarsgard (Barone Vladimir Harkonnen), Stephen McKinley Henderson (Thufir Hawat)

Soggetto

Paul Atreides e Lady Jessica, rispettivamente figlio e compagna del duca Leto Atreides, sono in fuga nel deserto di Arrakis, tallonati dalle truppe del barone Vladimir Harkonnen. Nel deserto Paul si unisce ai Fremen, affascinato dalla coraggiosa guerriera Chani. Il giovane sente su di sé la pressione della madre e di parte dei Fremen, che lo considerano l’atteso messia che li libererà e li guiderà alla “guerra santa” contro l’impero…

Valutazione Pastorale

La scommessa è vinta, soprattutto per Denis Villeneuve. Il regista e sceneggiatore canadese, autore di “Arrival” (2016) e “Blade Runner 2049” (2017), dopo la prova muscolare con “Dune” nel 2021 – la rischiosa operazione di adattamento del cult di Frank Herbert dopo l’ingombrante precedente a firma di David Lynch nel 1984 –, dirige il secondo capitolo della saga di Arrakis. Villeneuve soddisfa le elevate aspettative e al contempo si spinge in avanti, confezionando un’opera più potente, solida e compatta nonostante la copiosa lunghezza (165’). Magnifica e convincente in “Dune. Parte Due” è soprattutto la sua regia, la vis narrativa che ha saputo mettere in campo. Certo, poi arriva tutto il resto a cominciare dall’ottimo cast: Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Javier Bardem, Florence Pugh, Austin Butler, Josh Brolin, Léa Seydoux, Stellan Skarsgård, Christopher Walken e Charlotte Rampling.
La storia. Paul Atreides e Lady Jessica, rispettivamente figlio e compagna del duca Leto Atreides, sono in fuga nel deserto di Arrakis, tallonati dalle truppe del barone Vladimir Harkonnen. Nel deserto Paul si unisce ai Fremen, affascinato dalla coraggiosa guerriera Chani. Il giovane sente su di sé la pressione della madre e di parte dei Fremen, che lo considerano l’atteso messia che li libererà e li guiderà alla “guerra santa” contro l’impero…
A firmare il copione di “Dune” è lo stesso Villeneuve insieme a Jon Spaihts. Il regista compie un lavoro enorme dal punto di vista della messa in scena, il controllo della dimensione visiva-immersiva nell’universo “Dune”. Al suo fianco, a imprimere forza, realismo e pathos al racconto, la sorprendente fotografia firmata da Greig Fraser (“The Batman”) e l’ottimo montaggio di Joe Walker (“Arrival”), senza dimenticare il contributo della partitura di Hans Zimmer (già Oscar per le musiche di “Dune” nel 2022).
Accanto alla regia, agli elementi formali e artistici, a funzionare in “Dune. Parte Due” è la narrazione, con i complessi temi in campo e i diffusi riverberi allegorici, anche di stringente attualità, tra conflitti sociali e geopolitici. Anzitutto è evidente il richiamo a un simbolismo religioso, con la figura del profeta-messia che è atteso perché risollevi le sorti del suo popolo e guidi a una rivalsa, un riscatto che però sconfina nei territori della vendetta. C’è poi l’elemento “mistico” del deserto, il luogo della contemplazione e formazione, della presa di coscienza di sé e dei propri doveri. C’è un rimando poi alla dimensione coloniale, al sollevamento di popolazioni del Sud del mondo contro un Occidente – accostato all’immagine dell’impero – che succhia risorse, l’acqua, dunque la vita. La figura di Paul Atreides, la sua riluttanza ad accettare il gravoso compito che l’attende, non è motivata dal timore, bensì dal desiderio di disinnescare una guerra che sarà macchiata – come attestano le sue visioni-incubi – da sangue e sofferenze. Una riluttanza che evoca l’incertezza dell’eroe, il desiderio di evasione per una vita altra, dove possa trovare posto anche l’amore, tratti che evocano molti titoli letterari e cinematografici, compresa la saga di George Lucas “Star Wars”. “Dune. Parte Due” è un’opera densa, complessa, dal ritmo serrato e magnetico. Un film di genere che abita il fantastico, ma capace di sconfinare con suggestioni – a tratti allarmanti – sul nostro oggi. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito. Indicato per adulti e adolescenti accompagnati.

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