Orig.: Stati Uniti (2015) - Sogg.: Adam McKay, Jay Martel, Ian Roberts - Scenegg.: Jay Martel, Ian Roberts, Etan Cohen - Fotogr.(Panoramica/a colori): Tim Suhrstedt - Mus.: Christophe Beck - Montagg.: Mike Seale - Dur.: 100' - Produz.: Chris Henchy, Will Ferrell, Adam McCay per Gary Sanchez Production, Warner Bros.
Interpreti e ruoli
Will Ferrell (James King), Kevin Hart (Darnell Lewis), Tip T.I. Harris (T.I.), Alison Brie (Alissa), Craig T. Nelson (Martin), Taryn Terrell (Aryan Chic), Paul Ben-Victor (Gayle Burns), Edwina Findley (Rita Lewis), Ariana Neal (Makayla), Christopher Berry . (Spider)
Soggetto
James King, ricco uomo d'affari, sta per sposare la figlia del suo capo e vive con lei in una sontuosa villa a Beverly Hills. Un giorno però la polizia lo arresta per frode fiscale, il tribunale lo condanna a dieci anni e gli concede 30 giorni di tempo per rimettere in ordine i proprio conti. King si rivolge allora a Darnell Lewis, che ha una piccola impresa di lavaggio nel garage della villa, perché lo aiuti ad essere pronto ad affrontare le mille difficoltà che lo aspettano una volta entrato in carcere. I due prendono il compito con molta serietà, sia Darnell, che in realtà non ha mai commesso reati, sia King che vuole prepararsi soprattutto davanti a minacce e violenze di vario tipo. Nascono pasticci, confusioni, imbarazzi. E King riuscirà e farsi togliere la condanna...
Valutazione Pastorale
Sono ormai molti anni che Will Ferrell cerca di proporsi come attor comico di primo livello del cinema americano. Continua però a muoversi con molte difficoltà, legate soprattutto alla scelta di un ben definito tipo di comicità. Che è quello demenziale, corrivo, non facilmente digeribile. Anche qui, partendo dallo spunto minimale di un uomo d'affari arrestato per frode, condannato e con un mese di attesa prima di entrare in carcere, il copione rovina addosso a questo spazio resosi libero. Ferrell/King deve in pratica prepararsi a 'sopportare' tutte quelle situazioni di violenza fisica e sessuale che affollano le cronache dai carceri statunitensi. Supportato da un improbabile, farneticante aiuto, Ferrel si lascia andare a mimare ogni minima gestualità da caserma anni '50, con contorno di suoni, rumori, commenti vari. In aggiunta parte la consueta rivalità bianchi/neri, poveri/ricchi che definisce la confusione in atto nella società americana. A sovrastare il tutto ci sono un linguaggio, un dialogo di martellante e reiterata idiozia, specchio di un evanescente scontro multi culturale. Insomma ne esce una comicità eccessiva, sopra le righe, fracassone, spesso volgare e inutile. Forse (ma sarebbe una conclusione troppo affrettata)molto "americana", quelle sfumature yankee difficili da recepire oltre oceano. Insomma un gran pasticcio, poco simpatico e costruttivo per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e segnato da grossolanità.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben tenendo presente il tono della commedia in generale alquanto sbracato e fuori controllo, poco adatto per i più piccoli.