Orig.: Francia/Israele/Italia (2001) - Sogg.: tratto dal romanzo "Homely girl" di Arthur Miller - Scenegg.: Amos Gitai, Marie José Sanselme e Nick Villiers - Fotogr.(Panoramica/a colori): Renato Berta - Mus.: brani dalla sinfonia n°1 di Gustav Mahler - Montagg.: Kobi Netanel, Monica Coleman - Dur.: 91' - Produz.: Regine Konckier, Jean Luc Ormières, Amos Gitai.
Interpreti e ruoli
Samantha Morton (Samantha), Thomas Jane (Dov), Luke Holland (Kalkovski), Danny Huston (Kalman), Daphna Kastner (Silvia), Arthur Miller . (il padre)
Soggetto
In Palestina, a partire dal 12 febbraio 1940. Samantha é sposata con Dov, entrambi di origine americana, si sono stabiliti in Palestina per propria convinzione. Architetto, Dov vuole costruire molto nel Paese e trascura la moglie. Il fratello di Samantha, Kalman arriva a sua volta in Palestina, nonostante i consigli contrari del vecchio padre, con l'obiettivo di realizzare buoni profitti con l'acquisto di alcune terre degli Arabi. Sul posto c'è anche Kalkovsky, un ebreo tedesco, libraio, da tempo senza notizie della famiglia rimasta in Germania: vive con Silvia, disgustata dalla politica britannica che vieta agli ebrei l'accesso in Palestina. Dopo la scoppio della guerra, arrivano le prime notizie sulla terribile sorte degli ebrei. Dov si arruola nella Brigata Ebraica e va a combattere in Europa. Kalma torna negli USA dal padre morente. Samantha e Kalkovsky diventano amanti. Silvia partecipa agli attentati antibritannici e viene arrestata. Tornato dalla guerra, Dov racconta divertito alla moglie di aver stuprato una contadina tedesca, una 'nemica'. Samantha lo lascia. Kalkovski, appreso che la famiglia è stata tutta sterminata, si suicida. Samantha ora è sola. Esce in strada, gira l'angolo. Lo scenario cambia: é l'Israele di oggi.
Valutazione Pastorale
Non si può dubitare del fatto che Gitai (nato ad Haifa nel 1950) affronti gli avvenimenti, passati e presenti, legati alla propria terra con l'encomiabile intenzione di cercare di capire, di confrontare opinioni, di denunciare eccessi e estremismi. Ma, dopo "Kadosh",1999 e "Kippour", 2000, questo terzo film in tre anni segna il passo di una certa stanchezza espressiva. Forse perché il lavoro di rifacimento del testo originario di Arthur Miller è risultato più difficile del previsto, forse perché la volontà di privilegiare le psicologie individuali a dispetto delle vicende storiche ha offerto risultati meno forti e emblematici. Resta il fatto che il percorso di Samantha da moglie di un uomo impegnato a donna sola messa di fronte alla necessità di crearsi il proprio futuro non é sempre convincente, anzi risulta frastagliato e un po' incongruo. La materia drammaturgica, pur così densa, stenta a decollare, e il film rimane abbastanza 'freddo', con una chiusura didascalica che vede la protagonista ora matura nella città moderna di oggi. Dal punto di vista pastorale, l'approccio generale a temi così delicati e attuali resta comunque positivo, e il film é accettabile, con qualche riserva per la non perfetta messa a fuoco delle situazioni e per qualche passaggio irrisolto, e realistico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare nell'ambito dei titoli che affrontano, tra ieri e oggi, la questione dei rapporti israelo-palestinesi.