Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Enzo Monteleone - Fotogr.(Scope/a colori): Daniele Nannuzzi - Mus.: Pivio e Aldo De Scalzi - Montagg.: Cecilia Zanuso - Dur.: 117' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz.
Interpreti e ruoli
Paolo Briguglia (Serra), Pierfrancesco Favino (serg. Rizzo), Emilio Solfrizzi (Ten. Fiore), Luciano Scarpa (il colonnello), Thomas Trabacchi (il generale), Sergio Albeli, Piero Maggiò., Antonio Petrocelli, Roberto Citran, Silvio Orlando
Soggetto
Egitto, ottobre 1942. Il soldato Serra arriva in un accampamento italiano sul fronte africano della seconda guerra mondiale. Deve fare in fretta ad ambientarsi, perché lo scontro con i nemici inglesi é ormai imminente. La situazione logistica non é delle migliori: i rifornimenti d'acqua scarseggiano, e un giorno alcuni militari si spingono fino al mare. Quando arriva l'ordine, un gruppo si mette in marcia per andare a verificare le cosiddette zone di depressione: i bersaglieri che erano lì sono tutti morti. Il primo attacco contro il nemico avviene dopo il 23 ottobre: ci sono circa venti vittime. La Divisione Pavia cerca di raggiungere la Folgore. La battaglia imperversa anche nelle ore notturne. Nei loro faticosi spostamenti, il tenente Fiore e i suoi soldati incontrano un generale, che chiede di essere lasciato solo. Quando gli altri si sono allontanati, l'alto ufficiale si suicida. Gli ordini cambiano all'improvviso, il gruppo sbanda. Arrivano i tedeschi e portano via alcuni italiani. Nel deserto restano in tre: Serra, Rizzo, e il tenente Fiore. Viene recuperata una moto che si mette in funzione. Serra si lancia di corsa a chiedere rinforzi. Rizzo resta con il tenente colto da malore.
Valutazione Pastorale
Tra l'ottobre e il novembre 1942, circa 25mila soldati italiani persero la vita ad El Alamein, in una delle battaglie più cruente della campagna d'Africa. Il valoroso comportamento di quegli uomini fu riconosciuto subito dagli stessi avversari, i generali Rommel e Montgomery. A sessanta anni da quegli avvenimenti, Enzo Monteleone ha voluto ricostruirne l'andamento, sulla base di uno scrupoloso lavoro di documentazione: non solo leggendo i tanti libri e diari pubblicati, ma recuperando le testimonianze di alcuni sopravvissuti, un carrista della Ariete che vive vicino a Padova, un medico della Triestea Torino, un romano tenente della Folgore. Il punto di vista che ne é venuto fuori é quello dei soldati: non si contestualizza cioé la battaglia all'interno di quello che succedeva in Africa o nel resto della guerra mondiale, ma si parte dall'umanità dei protagonisti, per far emergere i loro sentimenti in quella terribile circostanza. Così a risaltare é il disagio quotidiano della truppa, troppo spesso lasciata a se stessa, la consapevolezza di dover sopravvivere all'aridità degli elementi naturali ancora prima di affrontare il nemico. Evitando risvolti ideologici troppo facili e espliciti, il copione disegna bene sul volto dei soldati lo smarrimento quasi non voluto della loro presenza, la difficoltà di tenere vivi gli ideali della guerra, del vincere o morire, della conquista. Pur ricostruendo i fatti, il regista fa un'operazione più vicina alla memoria: quasi la cronaca della perdita d'identità di un'epoca. Film di rispetto e di equilibrio dunque che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come positivo, accettabile e nell'insieme problematico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare anche a livello scolastico (scuole superiori)nel rapporto cinema/storia italiana del XX secolo.