Orig.: Francia (1994) - Sogg.: da un'idea di Riccardo Freda, Eric Poindron - Scenegg.: Michel Leviant, Bertrand Tavernier, Jean Cosmos - Fotogr. (Panoramica / a colori): Patrice Blossier - Mus.: Philippe Sarde - Montagg.: Ariane Boeglin - Dur.: 128' - Produz.: Ciby 2000, Little Bear, TF1 Films Production.
Interpreti e ruoli
Sophie Marceau (Eloise), Philippe Noiret (D'Artagnan), Luigi Proietti (Cardinale Mazarin), Claude Rich (Duca di Crassac), Charlotte Kady (Dama in Rosso), Nils Tavernier (Quentin), Sami Frey (Aramis), Raoul Bil-lerey (Porthos), Jean-Luc Bideau (Athos), Jean-Paul Roussillon . (Planchet)
Soggetto
Nel 1654 in un convento del Midi della Francia dove il moschettiere D'Artagnan ha fatto studiare la propria figlia Eloise, costei, una bella e vivace giovane, ha visto la Madre superiora uccisa da dei ribaldi (scatenati contro uno schiavo di colore) al soldo del Duca di Crassac, amante della Dama in Rosso e socio di lei nel commercio del grano e dei neri trasportati dall'Africa. Eloise, avendo il sospetto di un oscuro complotto contro il Re adolescente, si reca a cavallo a Parigi dove si trova il padre, per far fallire la macchinazione, essendo il Duca di Crassac ambizioso e potente. Si è unito ad Eloise un giovane poeta vagabondo: è Quentin, innamoratosi di colpo della giovane, mentre D'Artagnan, a suo tempo bandito dalla Corte malgrado anni di glorioso servizio, non si sente spinto all'avventura. Al Louvre Eloise contatta il Cardinale Mazarin che comincia a credere al complotto: la giova-ne sfugge a noie e trappole e finalmente (l'incoronazione del Re non è lonta-na) D'Artagnan interviene dopo aver cercato e coinvolto i suoi grandi amici di gioventù (Aramis, Porthos ed Athos) nonché il vecchio Planchet, suo scu-diero di un tempo. Il Cardinale Mazarin non riesce a decifrare un pezzo di carta, consegnatogli da Eloise che lo ha trafugato fuggendo dal convento: la decodificazione dovrebbe permettere di far luce sufficiente sul complotto contro il Re. Si scopre invece che un altro complotto esiste davvero e, come nella loro gagliarda giovinezza, i quattro moschettieri tanto fanno che il desiderio ambizioso del Duca di Crassac e della Dama in Rrosso crolla con la macchinazione. Le conseguenze sono: l'incoronazione del giovane Luigi XIV; un trionfo per il Cardinale; lo scacco e la punizione per il Duca di Crassac (che già si vedeva sul trono e marito di Eloise); la liquidazione dell'arrogante Dama in Rosso; il successo ed i riconoscimenti per i quattro moschettieri. La graziosa Eloise, destinata a nozze con Quentin, è felice di avere ritrovato e "riattivato" quel suo padre carico di gloria.
Valutazione Pastorale
Quando si pensi al talento di Alessandro Dumas, alle sue "invenzioni" (letterarie, d'accordo, ma fulminanti e ingegnose nel ricamare trame impossibili, eppure sempre sapide e realistiche nel "falso storico") c'è da chiedersi che cosa mai abbia inteso realizzare un regista del calibro di Bertrand Tavernier. Dell'ironia? Una parodia malgrado tante fastidiose banalità? Troppo fiacco il risultato, zeppo di goffaggini (nonché sciatterie). Perfino gli interpreti con l'unica eccezione di Gigi Proietti, nel ruolo del Cardinale Mazarin sembrano agitarsi senza convinzione. Qua e là si vede qualche castello e qualche stradina medievale (il film è stato girato tra l'altro a Sarlat, deliziosa cittadina del Sud della Francia): sostenere che l'ambientazione assicuri il "clima" atteso sarebbe un eccesso di benevolenza. Oltre ad alcune situazioni scabrose non mancano poi battute anticlericali (tra l'altro scioccherelle e neppure pertinenti).