Orig.: Stati Uniti (2015) - Sogg.: Drake Doremus - Scenegg.: Nathan Parker - Fotogr.(Scope/a colori): John Guleserian - Mus.: Sascha Ring, Dustin O'Halloran - Montagg.: Jonathan Alberts - Dur.: 101' - Produz.: Freedom Media, Infinite Frameworks Studios, Route One Films, Scott Free Productions - 72^ MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2015, PREMIO SOUNDTRACK STARS.
Interpreti e ruoli
Kristen Stewart (Nia), Nicholas Hoult (Silas), Guy Pearce (Jonas), Jacki Weaver (Bess), Bel Powley (Rachel), Scott Lawrence (Mark), Toby Huss (George), Kate Lyn Shell (Kate), Rebecca Hazlewood (Zoe), Aurora Perrineau (Iris), David Selby (Leonard), Kai Lennox . (Max)
Soggetto
Nel futuro prossimo venturo, vive una collettività nella quale le emozioni sono state programmaticamente eliminate e la Società -chiamata Il Collettivo- vive protetta dalla guerra e da lotte distruttive. Quando però in alcuni individui il processo di adeguamento fallisce, le persone coinvolte sono inviate presso una struttura collettiva da cui difficilmente si riesce ad uscire. Nia e Silas si trovano a lavorare fianco a fianco presso un struttura scientifica e avvertono di provare alcune emozioni...
Valutazione Pastorale
Giacca e pantaloni bianchi, andatura metallica da robot, sguardo difficile da inquadrare: così si presentano gli abitanti de Il collettivo, che si muovono nei loro spazi geometrici prefissati e immobili. Dal gruppo ben presto si staccano Nia e Silas, destinati a sperimentare la grande provocazione della sfida ai limiti della realtà. La donna e l'uomo, novelli Eva e Adamo, hanno il compito quasi da subito di spostare in avanti i confini del possibile, e creare un qualcosa di nuovo laddove la creazione è stata abolita. La riappropriazione del 'visibile' da parte degli umani/non umani avviene per gradi, per paure, per spaventi e tensioni. I due ragazzi si apprestano a vivere sobbalzi di cuore impensabili da provare, prima di potersi aprire ad un nuovo futuro. Questo racconto a metà tra fiaba zen e risvolti meccanici procede in modo fin troppo disciplinato e pulito. Il regista gioca sul prevedibile, facendo sentire l'assenza di una vera metafora di un mondo 'altro', di uno scatto di dolore, di una figura incisiva e memorabile. Nia e Silas sono personaggi di fascino e carisma senza però sprigionare quell'alchimia che resta nella memoria. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e anche semplice nel facile snodarsi della utopia narrativa.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto da considerare più come una favola per i giovani e per la loro voglia di una società rinnovata.