Sogg.: Laura Ziskin, Alvin Sargent, David Webb Peoples - Scenegg.: David Webb Peoples - Fotogr.: (normale/a colori) Oliver Stapleton - Mus.: George Fenton - Montagg.: Mick Audsley - Dur.: 115' - Produz.: Laura Ziskin
Interpreti e ruoli
Dustin Hoffman (Bernie Laplante), Geena Davis (Gale Gayley), Andy Garcia (John Bubber), Joan Cusak (Evelyn), Kevin J. O'Connor (Chucky), Stephen Tobolowsky (Wallace), Maury Chaykin (Winston), Christian Clemenson, Tom Arnold, Warren Berlinger, Cady Huffman, Susie Cusack, James Madio
Soggetto
Bernie Laplante è un imbroglione da quattro soldi, che non esita a borseggiare persino la propria avvocatessa in tribunale a Chicago, dove lo stanno condannando per un riciclaggio di merce rubata. Ottenuta la libertà provvisoria per 6 giorni, ne approfitta per uscire col figlio Joey, che ha avuto dalla ex moglie Evelyn, che non approva certo le sue abitudini ed è convinta che abbia un cattivo influsso sul ragazzo. Frattanto la brillante giornalista televisiva Gale Gayley, dopo essere andata a New York per ricevere il Microfono d'Argento per la carriera, nel volo di ritorno, in una notte di tempesta è coinvolta in un incidente: l'aereo su cui si trova si schianta su un ponte. Bernie, che sta andando a prendere Joey per portarlo al cinema, assiste all'incidente: come in trance, si leva le scarpe e si dedica al salvataggio dei passeggeri intrappolati, a cominciare da Gale cui sottrae la borsa con carte di credito e microfono d'argento. Si allontana quindi lasciando però nel trambusto una scarpa nel fango. Successivamente un giovanotto, alcoolizzato e semi-barbone, John Bubber, gli dà un passaggio sul suo scassato furgone: Bernie si confida con lui, e gli regala la scarpa superstite. Perso il lavoro, Bernie si vede costretto a prender contatti per riciclare le carte di credito rubate a Gale, che dal canto suo si studia il filmato dell'incidente e intervista i sopravvissuti tentando di ricostruire l'identikit di quello che è ormai un oscuro eroe, "L'angelo del volo 104". Trovata la scarpa lasciata da Bernie, si offre un milione di dollari a chi darà la prova di essere il misterioso salvatore. Mentre Bernie finalmente si accorge, tentando di vendere al bar le carte di credito di Gale, che tutta Chicago lo sta cercando ed è potenzialmente ricco, i presunti acquirenti si rivelano poliziotti e lo rinchiudono in galera. Ma anche John Bubber vede la televisione e presentandosi al posto di Bernie, e con la di lui scarpa, intasca i soldi, si produce in una convincente intervista e prende possesso di una lussuosa suite nello storico Hotel Drake, nel centro di Chicago. Mentre Bernie in galera tenta invano di far capire la verità, l'altro brucia le tappe di una impressionante carriera di eroe del giorno. Si scopre anche che ha salvato dei commilitoni in Vietnam e si prende addirittura una medaglia. Anche Gale comincia a provare del tenero per l'ex alcoolizzato, che con i suoi discorsi semplici e pieni di buon senso ha fatto scoppiare una specie di mania per la bontà, tale da contagiare anche la giovane avvocatessa di Bernie, che lo fa uscire pagandogli la cauzione. Laplante tenta di smascherare Bubber in un ospedale, dove questi incontra dei bambini ammalati. Macchè: il falso eroe risveglia addirittura un bimbo dal coma parlandogli all'orecchio. Si decide di festeggiare il nuovo idolo delle folle rivivendo in studio l'epico salvataggio. L'impaccio di Bubber nel ricordare i suoi movimenti, la diversa statura, piccoli particolari gettano un'ombra nella cieca fede di Gale in lui; oltretutto, arriva un poliziotto con le carte di credito rubate a Gale, che le credeva bruciate con la borsa. La giornalista decide allora di interrogare Laplante. A casa del ladruncolo, assente, trova il microfono d'argento. All'arrivo di Bernie, lo assale accusandolo di ricattare Bubber, che gli avrebbe rivenduto gli oggetti in un momento di debolezza. Intanto John, non reggendo più allo stress della notorietà, è sul cornicione dell'Hotel Drake, in attitudini suicide: sul posto giungono Gale e Bernie, che salito anch'egli sul cornicione, ha una lunga chiacchierata con l'altro. Evelyn e Joey, che hanno visto Bernie alla televisione, e credono che voglia suicidarsi, accorrono anch'essi. Eroe falso ed eroe vero vengono ad un accordo: John continuerà a fare l'eroe, visto che ormai la gente è infatuata di lui; Bernie si accontenterà di restare nell'ombra, purchè John provveda a mantenere agli studi Joey. Il suo motto, del resto, è stato sempre "volare basso". Invece, rient
Valutazione Pastorale
qui andiamo ben oltre la riuscita commedia degli equivoci o il solito processo ironico ai media ed al loro potere fuorviante. Qui si mette alla berlina, con sottile sarcasmo, la società odierna, e non solo quella americana, con la sua incredibile capacità di commuoversi davanti a tutto ciò che è notizia, che è spettacolo, che è commovente, che è coinvolgente, purchè esso sia presentato dal piccolo schermo. Nessuno potrebbe infatti credere all'incolore e codardo Bernie, dalla ex moglie al barista, che sono convinti che non sia semplicemente nelle sue possibilità fare un gesto come quello "che hanno sentito alla televisione". Il tragicomico contrasto tra lo squallido eroe vero che non viene creduto e finisce in galera ed il poveraccio bugiardo, ma dotato di scilinguagnolo sciolto e di un aspetto, una volta ripulito, più che telegenico, va ben più in fondo del solito discorso dell'abito che non fa il monaco. Per la televisione e per i suoi adoratori l'abito "fa" il monaco, o, ancor peggio, l'abito "è" il monaco. A ciò si aggiunga il rapporto padre-figlio, o tra ex coniugi, anch'esso stravolto, comprensibilmente, anche in un'analisi "a posteriori", da modelli comportamentali talmente competitivi da condannare quasi Bernie, antieroe endemico, ad inventarsi una criminalità spicciola e squallida che forse nemmeno gli è congeniale, pressato com'è dalla tipica moglie americana che pretende, come si sa, sempre il massimo della carriera e del successo. Oltre alla valida interpretazione dei protagonisti resta un cenno alle figure di contorno, dal direttore della stazione televisiva, che sembra l'eco di Matthau in "Prima pagina", al cameraman che si è trasformato in una sorta di mutante, un individuo con una telecamera come protesi oculare e cerebrale, una delle caratterizzazioni più spassose e grottesche del film. Alcune situazioni e qualche battuta del dialogo motivano le riserve.