Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg.: Don Jakobi - Scenegg.: David Diamond, David Weissman e Don Jakobi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Michael Chapman - Mus.: John Powell - Montagg.: Sheldon Kahn - Dur.: 102' - Produz.: Ivan Reitman, Daniel Goldberg, Joe Medjuck.
Interpreti e ruoli
David Duchovny (Ira), Julianne Moore (Allison), Orlando Jones (Harry), Sean William Scott (Wayne), Ted Levine, Dan Aykroyd
Soggetto
Nel deserto dell'Arizona viene segnalata la presenza di un meteorite precipitato all'improvviso. Dentro ci sono sconosciute forme di vita provenienti da chissà quali spazi. Ira Kane, già funzionario del governo e biologo, e Harry Block, geologo, giungono sul posto, procedono ad accurate analisi in laboratorio e capiscono di avere di fronte micro organismi che, attraverso rapidi meccanismi di evoluzione, potrebbero diventare un pericolo per la razza umana. Ira e Harry vogliono seguire il 'caso' da soli, ma contro di loro si mettono altri scienziati governativi decisi a gestire la situazione: a guidarli il generale Woodman e la dottoressa Allison Reed. Mentre vanno avanti questi contrasti, gli organismi crescono di misura e dimensione. Quando sono ormai diventati enormi e minacciosi, Ira ed Harry hanno un improvviso colpo di genio per eliminarli: spruzzato in dosi rilevanti, uno shampoo antiforfora ottiene l'effetto di far ritrarre quelle 'cose', che diventano innocue.
Valutazione Pastorale
La storia vorrebbe far ridere, puntando su una comicità giocata sul paradossale e sulla presa in giro del genere catastrofico-fantascientifico. I tre protagonisti scoprono elementi vivi (destinati a moltiplicarsi in forme orripilanti) in un frammento di asteroide che diventa subito una minaccia per la Terra (ossia gli USA): passano così attraverso situazioni che vorrebbero essere sorprendenti ma risultano ovvie e, in mancanza di alternative, scadono nel cattivo gusto e rivelano la mancanza di un'autentica vena creativa. Ne deriva che, dopo una prima parte incoraggiante sul piano del ritmo, il film si adagia progressivamente su una comicità fatta di luoghi comuni di grana grossa e ben poco sorvegliata. Un prodotto fin troppo tirato via che, dal punto di vista pastorale, ben si inquadra nella valutazione dell'inconsistente: per significarne la pochezza senza pretese di bersagli particolari e sempre restando nell'ambito di grossolanità varie.
UTILIZZAZIONE: fallendo sostanzialmente l'obiettivo primario della comicità, il film non si presta ad altri tipi di utilizzazione. Anche nei passaggi televisivi una certa noia è assicurata.