Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni - Fotogr.(Panoramica/a colori): Marco Onorato - Mus.: Fabio Frizzi - Montagg.: Raimondo Crociani - Dur.: 99' - Produz.: Fulvio Lucisano, Vittorio Cecchi Gori.
Interpreti e ruoli
Paolo Villaggio (Ugo Fantozzi), Milena Vukotic (Pina), Anna Mazzamauro ( la moglie), Dodi Conti (sig.na Silvani), Paola Paoloni, Irma Capece Minutolo, Stefano Masciarelli, Gianni Fantoni
Soggetto
Rimpiangendo i bei tempi in cui i dipendenti erano ligi e obbedienti, i grandi capi dell'industria si ricordano di Fantozzi e decidono di farlo tornare in vita grazie ad un intervento di clonazione. Come primo incarico, Fantozzi si vede affidata la custodia del figlio piccolo del boss Balaban. Dovrebbe farlo diventare cinico e avido, ma le cose vanno diversamente. A casa Fantozzi viene contagiato dalla febbre del Superenalotto. Dopo aver perso tutto l'arredamento, finalmente capisce di aver azzeccato i numeri vincenti, ma la moglie Pina non aveva giocato il tagliando e tutto sfuma, anche la vacanza con la signorina Silvani nel castello di Bonifacio VIII. A casa dei coniugi Fantozzi arriva la nipote Ughina, ammiratrice dei California Dream Men. Nel tentativo di proteggerla, i due vanno al locale al femminile Touch Me. Lui é vestito da donna, ma finisce che é Pina a farsi coinvolgere dalla danza. I Fantozzi cercano una festa per il capodanno 2000. Per un errore lui viene invitato nella villa della contessa Serbelloni. Qui, dopo averne combinate di tutti i colori, marito e moglie, scoperti, si danno alla fuga, scappano in mare, arrivano di notte sulla terraferma. Sulla spiaggia incontrano un marziano che cerca il mondo felice. Fantozzi dice che non c'è.
Valutazione Pastorale
La decima avventura cinematografica del rag. Ugo Fantozzi conferma il declino forse ormai irreversibile del personaggio: in mancanza di idee nuove in grado di rivitalizzarlo e inserirlo nelle nuove realtà sociali italiane di fine millennio, Fantozzi cerca di rifarsi a macchiette e situazioni di anni addietro. Gli esiti però sono patetici, si respira aria da cartolina ingiallita, c'é malinconia, un po' di tristezza, la sensazione che tutti vogliano arrivare quanto prima alla fine. Ma forse, se é giusto attribuire a Fantozzi/Villaggio l'onore delle armi di un affetto sincero per l'emblematico protagonista di tante avventure, da dimenticare é l'inesistente regia di Saverni: piattezza di riprese, mancanza di ritmo, staticità televisiva, noia. Dal punto di vista pastorale, sembra quasi inevitabile valutare il film come inconsistente, evidenziandone alcuni momenti di volgarità.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film potrebbe essere affiancato agli altri della serie per verificare il percorso del 'personaggio' Fantozzi in oltre vent'anni di storia italiana.