Orig.: Francia/Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Olivier Jahan, Michel G. Pouzol - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gilles Porte - Mus.: Milos Corsiny - Montagg.: Nathalie Langlade, Marie-France Cuenot - Dur.: 101' - Produz.: Mat Troi Day.
Interpreti e ruoli
Jeremie Renier (Eric), Aurore Clement (Hélène), Johan Leysen (René), Emma de Caunes (Marie), Nathalie Richard (Carole), Sami Bouajila (Tom), Alexia Stresi (Fabienne), Pierre Berriau . (Simon)
Soggetto
Adolescente solitario e introverso, Eric passa la maggior parte del proprio tempo alla finestra della camera da letto per osservare con un binocolo quello che fanno i vicini. Neppure la morte del pade riesce a scuoterlo. La madre Hélene ora vive con Renè, uomo dai modi bruschi. Carole, la sorella, è giornalista ed ha una propria famiglia. Qualcosa nella vita di Eric sembra cambiare, quando nell'appartamento di fronte al suo arriva una giovane coppia formata da Fabienne e Tom. Dopo i primi approcci casuali, gli incontri si intensificano. Eric dapprima spia la coppia, poi comincia a frequentarla. Dal momento che ogni discorso con René finisce in lite, e che anche gli incontri con la sorella sono piuttosto bruschi, Eric finisce per rifugiarsi sempre più spesso nella casa di fronte. Così resta coinvolto nella vita particolarmente disinibita di Fabienne e Tom. Quest'ultimo mostra particolari attenzioni per il ragazzo, e Eric, dopo qualche esitazione, si lascia andare. Fabienne non vuole tuttavia essere da meno, e tutti e tre passano molto tempo a letto insieme. Tempo dopo arriva la notizia che René si è ucciso. La mamma lo dice piangendo. Ma Eric tutto sommato appare soddisfatto.
Valutazione Pastorale
Dice il regista Olivier Jahan: "Volevo cercare di trascrivere in immagini la visione del mondo del ragazzo...volevo filmare le sue indecisioni, la sua ambiguità, il suo smarrimento e la paura di essere amato. Ho cercato di catturare le dolorose contraddizioni di un simile personaggio, e le ferite che infligge a se stesso e a quelli che lo circondano. Volevo filmare la notte, i problemi, le luci della città, i corpi, e creare anche un vago senso di mistero...". Le intenzioni erano generiche e confuse, la realizzazione è anche peggio. La storia non appassiona, perché tutto rimane a livello modesto, raccogliticcio, pretestuoso. Le psicologie sono male abbozzate, i problemi del giovane non vengono detti, gli sterotipi abbondano, compreso l'ovvio lasciarsi andare ad un rapporto bisessuale visto come unico antidoto alla 'malattia' esistenziale del protagonista. Banalità a getto continuo, e occasioni di voyeurismo spicciolo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e nell'insieme del tutto negativo.
UTILIZZAZIONE: non si vedono possibile forme di utilizzo, nè in programmazione ordinaria nè in altre circostanze.