Orig.: Stati Uniti/Gran Bretagna (1999) - Sogg.: tratto dal romanzo di Graham Greene "La fine dell'avventura" - Scenegg.: Neil Jordan - Fotogr.(Panoramica/a colori): Roger Pratt - Mus.: Michael Nyman - Montagg.: Tony Lawson - Dur.: 109' - Produz.: Stephen Wolley, Neil Jordan.
Interpreti e ruoli
Ralph Fiennes (Maurice Bendrix), Julianne Moore (Sarah Miles), Stephen Rea (Henry Miles), Ian Hart, Jason Isaacs, James Bolam
Soggetto
Londra, 1939. Henry Miles, di professione pubblico funzionario, uomo grigio e monotono, trascina stancamente il matrimonio con Sarah. In occasione di una festa organizzata da Henry, la donna conosce Maurice Bendrix, scrittore di successo e di grande fascino. Lo sguardo melanconico di Maurice e quello curioso di Sarah si incontrano e non riescono a lasciarsi. Nasce tra i due una prepotente passione che trova sfogo in incontri sempre clandestini e sempre più frequenti. I due sono insieme anche nel giorno in cui, a guerra cominciata, Londra viene bombardata e una bomba cade accanto a loro. Maurice sembra morto e Sarah fa voto di vederlo vivo in cambio della promessa di non frequentarlo più. Maurice era solo privo di sensi, Sareah lo vede e gli dice che non possono più incontrarsi. Alcuni anni dopo, Maurice incontra Henry il quale gli confida di temere che la moglie lo stia tradendo. Maurice allora rivede il proprio passato, fa pedinare la donna da un detective, fa in modo di incontrarla di nuovo. In chiesa Sarah prega di poter essere sciolta dal voto, va di nuovo con Maurice che le chiede di sposarlo. Ma Sarah ha solo sei mesi di vita. Muore e Maurice allora grida la propria rabbia contro tutti. Alla macchina da scrivere, chiede a Dio di essere lasciato solo.
Valutazione Pastorale
Il film é tratto da "La fine dell'avventura", romanzo scritto da Graham Greene e nel quale lo scrittore americano ricostruì le vicende della propria lunga relazione con Catherine Wilson, moglie di un facoltoso agricoltore. Storia autobiografica, dunque, che Greene ha concepito nell'ottica di una riflessione 'morale' sui fatti vissuti e come una sorta di viaggio dolente nel ripetersi dello scontro tra bene e male, tra sentimento e passione, tra paura (la guerra/la morte) e istinto di sopravvivenza (l'amore/la vita). Per tradurre questo in immagini, Jordan ha scelto una regia tutta flashback e incastri, in cui Maurice fa da narratore, da testimone e da filo conduttore, e gli avvenimenti ruotano intorno a lui, mescolando presente e passato. Regia molto elaborata, al pari dell'ambientazione, delle luci (una Londra sempre piovosa), della recitazione. Ne deriva un tono letterario, dentro il quale si fanno largo i temi centrali del racconto: la religiosità, la coscienza, le sottili sfumature lungo le quali passano dolore e piacere, gioia e sofferenza, egoismo e altruismo. C'é una sfida che Greene lancia, e che il film riprende: la sfida a Dio, la sfida del peccato alla purezza, della menzogna alla verità. Il discorso teologico c'é ma non é spinto fino al punto da far risaltare l'aspetto della conversione. Restano dubbi, domande,interrogativi, con qualche sospetto di manierismo un po' compiaciuto nella esposizione degli argomenti. Dal punto di vista pastorale, il film é dunque da valutare come discutibile per le ambiguità insite in alcuni dei passaggi cruciali.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, sia pure con attenzione per i minori. Da proporre in sedi mirate, soprattutto come occasione per tornare a parlare di Graham Greenem importante figura di scrittore legato a temi interiori e spirituali.