Orig.: Italia/Francia (2008) - Sogg.: Massimiliano Di Mino, Pierpaolo Di Mino, Marco Saura, Davide Barletti liberamente tratto dal libro autobiografico "Vista d'interni" di Antonio Perrone - Scenegg.: Massimiliano Di Mino, Pierpaolo Di Mino, Marco Saura - Fotogr.(Panoramica/a colori): Alberto Iannuzzi - Mus.: Brutopop, Antongiulio Galeandro - Montagg.: Roberto Missiroli, Paolo Petrucci - Dur.: 90' - Produz.: Classic srl, Verdeoro srl, Paradis Film.
Interpreti e ruoli
Claudio Santamaria (Antonio Perrone), Valentina Cervi (Daniele Perrone), Daniele Pilli (Gianfranco), Giorgio Careccia (Daniele), Ippolito Chiariello (Nasino), Giancarlo Luce (l'Africano), Ugo Lops (il Bello), Danilo De Summa (Brindisino 1), Giuseppe Ciciriello (Brindisino 2), Lea Barletti (moglie di Nasino), Fabrizio Parenti (tenente), Simone Franco (pescatore), Fabrizio Pugliese . (ristoratore)
Soggetto
All'inizio degli anni 80, Antonio Perrone, primogenito di una benestante famiglia salentina, entra nel mondo dello spaccio della droga, diventando, dopo una serie di rapine, un vero e proprio boss della neonata Sacra Corona Unita, la cosiddetta Quarta Mafia. Andato troppo avanti, Perrone finisce schiacciato dall'ingranaggio e arrestato dalla polizia.
Valutazione Pastorale
Il personaggio è autentico. Processato e condannato a 49 anni di carcere, Perrone é detenuto dal 1989 in regime di 41 bis, l'articolo che prevede l'isolamento totale. In questa situazione ha scritto il libro autobiografico "Vista d'interni" che è alla base del copione. Per come é raccontata, la vicenda di Perrone potrebbe essere la conferma dell'assoluta mancanza di motivazioni da parte di quei giovani che nel periodo 70-80 scelsero la strada o del terrorismo o della delinquenza organizzata. Non c'era da ribellarsi a niente. Solo imitazioni o inutili contestazioni fini a se stesse. Così si sono persi gli anni, così si sono accumulati arretratezze e incomprensioni. Diretto da due registi provenienti dalle varie forme espressive del video, e con un lungometraggio alle spalle (Italian Sud-Est, 2003), il film denota un buon respiro narrativo ma scade in molte banalità e sconta il fatto di non saper come 'guardare' alla figura del protagonista. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, e caratterizzato da ambiguità.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e proposto in occasioni mirate come recupero di una vicenda comunque autentica e di cronaca. Molta attenzione é da tenere per i minori e i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.