Orig.: Italia (2003) - Sogg. e scenegg.: Silvia Cossu e Alessandro Colizzi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Roberto Benvenuti - Mus.: Roberto Mariani - Montagg.: Alessio Doglione - Dur.: 93' - Produz.: Film Dedalus.
Interpreti e ruoli
Agnese Nano (Martina), Christopher Bucholz (Marc), Karin Giegerich (Lara), Jacqueline Lustig (Maria), Elisabetta Piccolomini (Lia), Dodo Oltrecolli (Paolo), Barbara De Luzenberger (Elisa)
Soggetto
Tornato prima del previsto da un viaggio all'estero, Marc intuisce che qualcosa turba la moglie Martina. Recatosi a prenderla in un ufficio, le dicono che da due mesi non lavora più lì. In seguito a qualche altra circostanza, Marc scopre che Martina ha un'altra storia d'amore, non con un uomo ma con Lara, che lavora al maneggio. Marc non lo dice subito a Martina, aspettando che sia lei a fare il primo passo. La donna al contrario sta cercando di mettere fine alla relazione con Lara per tornare con il marito, senza dover dire niente del passato. Lara però la cerca perchè non intende rinunciare a lei e la esorta anzi a lasciare Marc. Quando marito e moglie si incontrano, si lasciano andare ad un bacio affettuoso ma lei in lacrime dice alla fine: "...potevo avere tutti e due". Ora Martina in garage si avvicina al bocchettone del gas decisa, come già in precedenza, a togliersi la vita.
Valutazione Pastorale
"Il film - dice il regista Colizzi- nasce dalla domanda su cosa accade a un uomo nel momento in cui scopre che la donna che ama e con la quale vive è una persona diversa da quella che pensava di conoscere...il film affronta poi la figura di una donna che deve scegliere e non è in grado di farlo. Non ha il coraggio di farlo. Ma lo stesso vale anche per il marito...". Anche ipotizzando la concretezza della situazione di partenza (sono problemi che comunque bisogna saper affrontare), è nello svolgimento che il copione traballa, gira a vuoto, dimostra carenze e vuoti di prospettive. La perdita di senso dei due protagonisti, il loro smarrirsi in uno sterile gioco a rimpiattino, il loro disinteresse a ricreare un nucleo di riferimento reciproco più forte di uno sbandamento difficile da gestire compongono un quadro di facile e rassegnato relativismo. Aggravato dalla voglia del suicidio finale (forse si, forse no) come soluzione per fuggire dalle responsabilità. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile e nell'insieme negativo.
UTILIZZAZIONE: è da evitare sia in programmazione ordinaria che in altre occasioni. Attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.