Presentato alla 19a Festa del Cinema di Roma (2024)
Interpreti e ruoli
Elena Kampouris (Sophie), Saul Nanni (Giulio), Lorenzo Richelmy (Komandante), Enrico Inserra (Samba), Francesco Garilli (Sprizz), Ruby Kammer (Rachel), Yan Tual (Yuri)
Soggetto
Palermo oggi, Sophie e sua sorella sono due statunitensi in vacanza in Italia. Dopo una serie di tappe culturali atteranno a Palermo per trascorrevi 24 ore e poi ripartire per Oltreoceano. In spiaggia Sophie conosce Giulio, giovane bello e trascinante, che la invita a uscire. I due si ritrovano in un locale molto noto e da lì, insieme ai tre amici del ragazzo, si perdono nella notte palermitana tra eccessi, passioni e colpi di testa criminali. Una notte che segnerà per sempre la vita di tutti…
Valutazione Pastorale
A poco più di venticinque anni dal suo primo film “Ecco fatto” (1998) e con successi importanti al botteghino – tra cui “L’ultimo bacio” (2001), “The Pursuit of Happyness” (2006) e “A casa tutti bene (2018) –, Gabriele Muccino firma la sua tredicesima regia provando a sperimentare ancora una volta con “Fino alla fine”, racconto giocato tra dramma esistenziale e thriller a sfondo poliziesco. Un film che esplora il desiderio giovanile di ribellione, tra luci e ombre. Protagonisti Elena Kampouris, Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra e Francesco Garilli. L’opera è diretta e scritta da Gabriele Muccino – il copione è firmato con Paolo Costella –, prodotta da Lotus - Leone Film Group con Rai Cinema, nelle sale dal 31 ottobre con 01 Distribution.
La storia. Palermo oggi, Sophie e sua sorella sono due statunitensi in vacanza in Italia. Dopo una serie di tappe culturali atteranno a Palermo per trascorrevi 24 ore e poi ripartire per Oltreoceano. In spiaggia Sophie conosce Giulio, giovane bello e trascinante, che la invita a uscire. I due si ritrovano in un locale molto noto e da lì, insieme ai tre amici del ragazzo, si perdono nella notte palermitana tra eccessi, passioni e colpi di testa criminali. Una notte che segnerà per sempre la vita di tutti…
“In un'epoca in cui le esperienze sono sempre più da uno schermo, ci stiamo schiantando contro l’evidente, profondo e vitale bisogno di vivere pienamente, coinvolgendo corpo e mente per esplorare i limiti e spingerci oltre. Vivere davvero, senza rimorsi, senza pentimenti, gettando il cuore oltre l’ostacolo... perché si vive una volta sola”. Così il regista offre una chiave di lettura del suo ultimo film, improntato sul viaggio esistenziale della ventenne Sophie alla ricerca di sé, tra passioni travolgenti e azioni che valicano il buonsenso. Il racconto di una notte spericolata a caccia di ebbrezza e risposte, che però produce contraccolpi devastanti. Muccino sa di certo dirigere molto bene la macchina da presa. È una sua dote. Inoltre, lavora bene con gli attori, che spinge verso vibranti intensità e sfumature interpretative, lontane dalla banalità. Il problema in “Fino alla fine” è l’impianto della storia e il suo svolgimento: il copione stenta a trovare un’identità precisa, risultando un mix di suggestioni e di generi senza chiara compattezza. Nel film la forma c’è, ed è anche di qualità, a latitare è la sostanza. La narrazione si muove nel già visto, senza troppi colpi di originalità. Complesso, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Per la complessità dei temi e del linguaggio, il film richiede un pubblico adulto.