Sogg. e Scen: Pierre Jolivet, Oliver Schatzky - Fotogr.: (panoramica/a colori) Bertrand Chatry - Mus.: Serge Perathoner, Jannick Top - Montagg.: Jean-François Naudon - Dur.: 90' - Prod. Capac, Fildebroc, Centre National de la Cinematographie
Interpreti e ruoli
Patrick Bruel (Philippe), François Cluzet (Daniel), Kristin Scott-Thomas (Katia), Alan Bates (Malcolm), Sabine Haudepin (Jeanne), Marc Jolivet, Tom Hoffman, Wim Meeuwisse
Soggetto
incontratisi per caso in Estremo Oriente e passate tre settimane insieme, tre giovani (Hans, Daniel e Philippe) si separano: l'olandese Hans perché non ha alcuna intenzione di tornare in Europa; gli altri due francesi per rivedere Parigi (Daniel ha là moglie e una bambina) e Philippe per laurearsi a Lille. Prima di prendere l'aereo, i due lasciano ad Hans un pacchettino di hashish ciascuno. Diciotto mesi dopo contattano Philippe e in seguito anche l'altro (i ragazzi non si sono mai più visti) Katia la ex-innamorata di Hans e l'avvocato Malcolm di Amnesty Internationa1: i due francesi apprendono che il loro compagno rischia l'impiccagione, essendo stato a suo tempo arrestato dalla Polizia con oltre 250 grammi di droga. Secondo la legge del Paese, Hans potrà evitare la forca, solo se Philippe e Daniel partiranno entro cinque giorni per dichiarare alle autorità che una parte di quella droga era di loro proprietà e quindi scontare due anni di carcere. Katia insiste soprattutto con Philippe, Daniel (eterno disoccupato e in cattivissimi rapporti con la moglie) comincia con l'accettare qualche migliaio di franchi da un giornale per raccontare quella storia. Ambedue sono combattuti e esitanti: cinque giorni per decidere sono pochi, il padre di Hans si raccomanda loro e Malcolm fa appelio al loro senso di responsabilità. Il più disponibile pare Philippe, ma ormai Katia rappresenta un richiamo troppo forte. All'aeroporto di Amsterdam si reca dunque il solo Daniel, ormai pronto a tornare in Oriente e a salvare la vita di Hans che in fondo non era neppure un amico All'ultimo minuto, tuttavia, Malcolm riceve da Amnesty la notizia che l'olandese si è suicidato in cella. E Daniel parte ugualmente per quella lontana terra asiatica, come aveva promesso a se stesso e poiché i suoi legami con la Francia sono ormai recisi.
Valutazione Pastorale
una storia dei tempi nostri, plausibile, raccontata pianamente e dignitosa. Una specie di sfida che si pone alla responsabilità e alla esistenza dei due ragazzi francesi, in favore di quell'occasionale compagno incontrato in Oriente neppure un caro amico, insomma destinato a morire per della droga in parte loro. Nei cinque giorni che mancano alla esecuzione capitale, occorre troncare abitudini, distaccarsi dagli affetti e da certe speranze, scegliere e cominciare a pensare a due anni di durissima galera. Dei due giovani Philippe, che sulle prime si direbbe il più determinato a partire, si rivelerà il più fragile e, per l'amore che ha incontrato, rinuncia. Daniel, più adulto e cinico, eterno disoccupato abituato a vivacchiare vincendo franchi al biliardo e ormai inviso alla giovane moglie, accetta la sfida per tornare in Estremo Oriente. Il film non manca di un accurato disegno dei personaggi sotto il profilo psicologico e si vede con un certo interesse. La sorpresa sta nel finale, poiché Daniel parte ugualmente, nonostante il sopravvenuto suicidio dell'olandese in prigione. Ormai la scommessa è con se stesso, nel rispetto della promessa fatta, quasi in uno scatto di dignità, che a qualcuno potrà anche apparire assurdo e impensabile.