FRAGOLA E CIOCCOLATO

Valutazione
Discutibile, Ambiguo
Tematica
Omosessualità
Genere
Drammatico
Regia
Juan Carlos Tabio, Tomás Gutierrez Alea
Durata
110'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Cuba
Titolo Originale
FRESA Y CHOCOLATE
Distribuzione
Columbia Tristar film Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Senel Paz Da un racconto di Senel Paz
Musiche
Josè Maria Vitier
Montaggio
Miriam Talavera, Osvaldo Donatien

Sogg.: Da un racconto di Senel Paz - Scenegg.: Senel Paz - Fotogr.: (panoramica/a colori) Mario Garcìa Joya - Mus.: Josè Maria Vitier - Montagg.: Miriam Talavera, Osvaldo Donatien - Dur.: 110' - Coproduz.: ICAIC, Cuba - Tabasco Film, Messico - Telemadrid, Sgae, Spagna

Interpreti e ruoli

Jorge Perugorrìa (Diego), Vladimir Cruz (David), Mirta Ibarra (Nancy), Francisco Gattorno (Miguel), Joel Angelino (German), Marilyn Solaya (Vivian)

Soggetto

Avana, 1979. David, uno studente cubano militante castrista, che identifica gli omosessuali come "spie del capitalismo", reduce da una recente delusione amorosa con la disinibita Vivian a caccia unicamente di sesso e denaro viene avvicinato, mentre si trova sconvolto e amareggiato in un bar, da Diego, un intellettuale colto in procinto di allestire una mostra d'arte, che cerca di adescarlo con smaccati atteggiamenti omosessuali. David rifiuta infastidito; poi attratto dalla possibilità di leggere opere d'autore, proibite dal regime, e ascoltare musiche altrettanto introvabili, comincia a frequentare Diego e a restare affascinato, non certo dalla sua realtà di "gay", quanto dalla sua cultura di "libero pensatore" nei confronti del castrismo, costrittivo e acritico in cui è cresciuto. Per non compromettersi di fronte alla cultura chiusa e discriminatoria dell'isola, David esige da Diego di ritenerlo in pubblico uno sconosciuto, di non rivolgergli il saluto e di non infastidirlo, neppure in privato, con vezzeggiativi effeminati. Per il resto lo tratta da pari, seppur con crescente ammirazione per la varietà e l'anticonformismo dei suoi interessi culturali, l'ospitalità, l'assenza di avidità di denaro, la cordialità disinteressata nel confronti di Nancy, una vicina di casa, ufficialmente "vigilante" per conto del regìme, in realtà delusa dall'ideologia e in preda a momenti depressivi che la portano a tentativi di suicidio. Da uno di questi tentativi viene salvata proprio da Diego e David, che si fa donatore di sangue al Pronto Soccorso per richiamarla in vita. Indotta dallo stesso Diego, Nancy che si è affezionata a David gli offre la prima esperienza sessuale, che lo libererà dalla cocente delusione procuratagli da Vivian, ma anche dalle limitazioni imposte in pubblico a Diego, fino a testimoniargli con un virile abbraccio la propria amicizia, quando questi decide di lasciare Cuba, per sottrarsi alla persecuzione politica per la propria condizione di "diverso".

Valutazione Pastorale

non è un film sugli omosessuali, ma piuttosto sull'ottusità di un certo tipo di ideologia che non distingue la persona dall'anomalia di cui è portatrice e la emargina fino al rifiuto totale e alla persecuzione politica. Può esser discutibile il modulo scelto dal regista e il suo insistere, specie nella sequenza iniziale, su immagini che sembrano promettere un seguito diverso, mentre vogliono forse garantire soltanto lo spettatore sulle attitudini etero sessuali del focoso militante cubano, e in maniera inequivocabile. E' vero che anche in seguito quel suo condurre gli incontri fra David e il "diverso" può risultare pruriginoso e ambiguo; e che la stessa ammirazione di David per le qualità superiori del giovane "gay" possono insinuare in maniera surrettizia e subliminale che "omosessuale" è addirittura meglio di normale, ma dal racconto risulta costantemente la normalità sessuale di David, come pure la solitudine e la sofferenza del diverso. Inoltre tutto viene immerso in un'atmosfera di pseudo-religiosità, con ridicole sculture e comportamenti di superstiziosa devozione francamente ambigui. Quanto alla scelta, tra tutte le categorie possibili dei perseguitati di regime, dell'omosessuale, sorge il sospetto che accanto alla critica "da dentro" al regime vi sia anche una sottile forma di pressione psicologica, veicolata dall'abile trasformazione dell'effeminato Diego in una sorta di martire oppressso forse incosciamente da imitare.

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