Interpreti e ruoli
Laure Calamy (Julie), Lucie Gallo (Jeanne Delacroix), Anne Suarez (Sylvie), Cyril Gueï (Vincent), Agathe Dronne (Sophie), Geneviève Mnich (Madame Lusigny), Irina Muluile (Irina), Olivier Faliez (Paul)
Soggetto
Julie vive con i suoi due bambini alla periferia di Parigi. Ogni giorno si alza all’alba e, dopo aver affidato i figli a un’anziana vicina, corre per raggiungere in tempo l’albergo nel cuore di Parigi dove lavora come cameriera. Un prolungato sciopero dei trasporti la costringerà a inventarsi ogni giorno mezzi alternativi in una continua ed estenuante gara contro il tempo.
Valutazione Pastorale
Éric Gravel, regista e sceneggiatore canadese da tempo residente in Francia, dirige con mano sicura “Full time. Al cento per cento”, presentato a Venezia 78 nella sezione Orizzonti e premiato per la miglior regia e la miglior attrice. La storia. Julie, madre di due bambini vive nei sobborghi, ma lavora al centro di Parigi come cameriera in un hotel a cinque stelle. Divorziata e con un ex marito latitante da tutti i punti di vista (sentiamo solo la sua voce, il più delle volte registrata nella segreteria telefonica), non ultimo quello economico, la donna fatica a mantenere la famiglia. Laureata in economia ed esperta in marketing, Julie spera di trovare una nuova occupazione che le consenta di guadagnare di più, ma, soprattutto, di lavorare nel settore che più le è congeniale. Ogni giorno si alza all’alba e, dopo aver affidato i figli a un’anziana vicina, affronta il viaggio verso la capitale. Uno sciopero prolungato dei trasporti la costringerà a rocamboleschi trasbordi sempre sul filo del rasoio, in un’estenuante lotta contro il tempo. A far precipitare il tutto arrivano, uno dopo l’altro: un colloquio di lavoro che sembra non aver dato i frutti sperati; la comunicazione della vicina che non potrà più tenerle i bambini e il licenziamento dall’albergo per un ritardo di pochi minuti. “Full time. Al cento per cento” è un perfetto gioco a incastro, un crescendo di situazioni al limite dell’umana sopportazione, magistralmente orchestrato dal regista Éric Gravel: una partita a squash dove non si può fare a meno di tifare per la caparbia, ingegnosa e pratica Julie, alla quale presta egregiamente volto e affanni la bravissima Laure Calamy (nota per la serie “Chiami il mio agente!”). Il ritratto di una donna fortissima nella sua “normalità”, un' inconsapevole eroina dei nostri giorni, che cerca di tenere insieme legittime aspirazioni e cura della famiglia, in una modernità ormai prona agli idoli della velocità e del “multitasking”. Dal punto di vista pastorale il film “Full time. Al cento per cento” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e per approfondimenti su temi legati al lavoro, alla famiglia, al ruolo della donna e, più genericamente, ai ritmi e alla qualità della vita.