GENESI – LA CREAZIONE E IL DILUVIO **

Valutazione
Raccomandabile, Poetico
Tematica
Bibbia, Tematiche religiose
Genere
Biblico
Regia
Ermanno Olmi
Durata
93'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
GENESI - LA CREAZIONE E IL DILUVIO * *
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Ermanno Olmi
Musiche
Autori Vari
Montaggio
Paolo Cottignola, Ermanno Olmi

Sogg. e Scenegg.: Ermanno Olmi - Fotogr.: (panoramica/a colori) Fabio Olmi - Mus.: Autori Vari - Montagg.: Paolo Cottignola, Ermanno Olmi - Dur.: 93' - Produz.: Lux, Lube Betafilm, Raiuno

Soggetto

una tribù di pastori nomadi del Marocco rivive, attraverso il racconto del suo patriarca, le pagine della Bibbia. Il vecchio narra al nipotino la nascita della luce, la separazione delle acque, la creazione delle specie animali e vegetali. Il giorno del riposo è narrato dopo un viaggio nel deserto, ed Adamo ed Eva nell'Eden ed il peccato originale rivivono allegoricamente nell'amore acerbo di due ragazzi della tribù. Storia antica e personaggi odierni si sovrappongono anche nell'episodio di Caino, cui i cinghiali devastano i campi, ed Abele, vittima innocente. Mentre il fratello lo abbatte a sassate, un vecchio ha la visione di future guerre. Dopo la sepoltura fatta al modo nomade, con pietre, di Abele, la carovana giunge ad una città: qui una giovane coppia sogna l'amore attraverso i versi del Cantico dei Cantici, ed un vecchio cieco evoca la figura e le profezie di Geremia, agghiaccianti, ma precorritrici delle ricorrenti atrocità di cui l'umanità si è resa responsabile. Di generazione in generazione, si giunge a Noè. Dopo l'annuncio del diluvio, segue la costruzione dell'Arca, una grande stalla in legno per svernare dei pastori dell'Atlante marocchino, che affrontano con tutti i loro animali le intemperie della cattiva stagione. Il patriarca prosegue, mentre fuori piove, il racconto, con il finale invio del corvo e quello duplice della colomba che torna col ramoscello d'ulivo. L'arcobaleno suggella la pacificazione tra Dio e l'uomo.

Valutazione Pastorale

una visione minimalista, quasi sussurrata, chiusa gelosamente nel microcosmo itinerante di uno dei nuclei più antichi della società umana, la tribù nomade. Il suo cammino tra gli impervi monti dell'Atalnte, il suo sostare presso un ruscello limpido o in una foresta, o il percorrere le deserte pietraie, sotto le alte giogaie dei monti, è come mimare in piccolo il grande viaggio intrapreso dall'umanità all'inizio dei tempi. Scelta del tutto antispettacolare, spesso molto simbolica, talora forse troppo letteraria, il che contraddice le attese suscitate dal film, e colloca la pellicola ad un livello certamente al di là di una audience popolare. La continua altalena tra realtà e racconto biblico, i richiami allegorici che passato e presente sembrano lanciarsi in una voluta, ma talora non agevole ibridazione figurativa (i personaggi biblici sono tutti membri della tribù), creano certo una fascinazione nello spettatore amante del linguaggio allegorico e meditativo di Olmi, ma potrebbero indubbiamente causare insofferenza, o persino noia in chi pensi che un tema come il Genesi ed il Diluvio debbano necessariamente generare immagini altamente spettacolari. Film quindi di lettura non immediata, pur nella semplicità, nel pudore, nella bellezza e nitidezza delle immagini. Sono forse proprio le interpolazioni dai Salmi, da Geremia, dal Cantico dei Cantici, pur nella loro suggestione visiva e verbale, a condurre lo spettatore ai margini del racconto, per affacciarsi su una visione più ampia della vicenda cui però si allude per cenni, lasciando un compito interpretativo che taluno potrà trovare arduo. Resta comunque un film di rara suggestione che per contenuti e modi narrativi è da raccomandare.

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