Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg. e scenegg.: Jim Jarmush - Fotogr.(Panoramica/a colori): Robby Muller - Mus.: RZA - Montagg.: Jay Rabinowitz - Dur.: 116' - Produz.: Plywood Productions.
Interpreti e ruoli
Forest Whitaker (Ghost Dog), John Tormey (Louie), Cliff Gorman (Sonny Valerio), Henry Silva (Ray Vargo), Isaach De Bankolè (Raymond), Tricia Vessey (Louise Vargo), Gene Ruffini (vecchio consigliere), Camille Winbush (Pearline), Frank Minucci (Big Angie), Damon Whitaker (Ghost Dog da giovane)
Soggetto
In una capanna in cima al tetto di un edificio abbandonato Ghost Dog vive con la sola compagnia dei piccioni viaggiatori. Scandita dalla lettura e dall'osservanza delle regole d'onore di un antico codice samurai, la giornata di Ghost trascorre nell'assolvimento del suo lavoro di killer al servizio di Louie, un mafioso che, anni prima, é intervenuto salvandolo dall'aggressione di una gruppo di bianchi fanatici. Ghost Dog arriva, esegue, e poi invia a Louie un piccione per informarlo del lavoro fatto. Per una serie di disguidi, un incarico non arriva a termine e Ghost diventa il bersaglio in una cacia all'uomo ordinata dal boss Varga, con obiettivo finale forse lo stesso Louie. In ossequio al codice, per Ghost Dog salvare Louie diventa il primo dovere: e così comincia una guerra personale contro la 'famiglia', ben sapendo di andare incontro alla propria fine. Il rituale viene infatti rispettato. Louie, per obbedire, ai superiori, spara a Ghost Dog, uccidendolo. Per Ghost si é trattato di una fine cercata e voluta, quella giusta secondo il codice.
Valutazione Pastorale
Va detto che la storia é tutt'altro che banale, mette in scena una situazione in cui si fronteggiano il piccolo universo di una mafia in declino ma ancora arrogante e il mondo interiore di un individuo solitario, che si aggrappa a delle regole estreme come unico riferimento per andare avanti e vivere ogni giorno. In atmosfere cupe, dove domina la penombra della fine sempre incombente e la luce della salvezza é lontana e inafferrabile, il film é metafora di un mondo che ha perso valori, punti di riferimento, speranze. Nelle mani di Ghost Dog la filosofia del samurai si risolve in una estetica della violenza, nelle ineluttabilità dell'improntare i rapporti umani alla vendetta, alla sopraffazione, all'omicidio. Questo dice la storia, o almeno questo appare con più evidenza. Dal punto di vista pastorale, ne viene fuori un quadro improntato alla desolazione e al rifiuto di vivere: quadro inaccettabile, e fin troppo ambiguo.
UTILIZZAZIONE: il film é da escludere dalla programmazione ordinaria. Molte perplessità sorgono anche in merito ad una possibile utilizzazione in altri contesti, quali rassegne dedicate a Jim Jarmush, che pure è regista tra i più interessanti dell'ultima generazione americana.