Orig.: Francia (2013) - Sogg. e scenegg.: Francois Ozon - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pascal Marti - Mus.: Philippe Rombi - Montagg.: Laure Gardette - Dur.: 94' - Produz.: Eric e Nicolas Altmayer - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Marina Yacth (Isabelle), Geraldine Pailhas (Sylvie), Frederic Pierrot (Patrick), Fantin Rayat (Victor), Johan Levsen (Georges), Charlotte Rampling (Alice), Natalhie Richard (Véronique), Diédié Apali (Peter), Lucas Prisor (Félix), Laurente Delbecque (Alex), Jeanne Ruff (Claire), Serge Hefez (psicologo), Akéla Sari . (Mouna)
Soggetto
Isabelle, 17 anni. In estate, in vacanza al mare con i genitori e il fratello piccolo, conosce un ragazzo tedesco e con lui ha il primo rapporto amoroso. In autunno, si offre on line, viene contattata e va a casa di uomini di varie età. Durante l'incontro con uno di questi, Georges, avanti con gli anni, accusa un malore e muore. In fretta lei esce dalla camera d'albergo, facendo finta di niente. In inverno la polizia, scoperto il cadavere, ben presto risale ad Isabelle, e ne informa la famiglia. La ragazza (l'uomo in casa non è suo padre vero) affronta un duro scontro con la mamma Sylvie. Prova a chieder scusa, assicura di voler smettere ma poi ricomincia e la madre esclama disperata: "Lei ha il vizio dentro". In Primavera, Isabelle viene contattata da Alice, la vedova dell'uomo deceduto durante il rapporto. Lei vuole tornare insieme in quella stanza d'albergo dove marito e moglie erano stati insieme. Qui ad un certo punto Isabelle si addormenta. Quando si sveglia, Alice non c'è più.
Valutazione Pastorale
Nato a Parigi nel 1967, Ozon è regista eclettico e imprevedibile. I titoli più recenti: "Ricky - Storia d'amore e libertà" (2009), "Potiche" (2010), " Nella casa" (2012). Generi differenti, provocazioni in agguato, cinefilia costante. Molti di questi ingredienti tornano in questo copione che corre sullo scivoloso confine tra pruriginosità dichiarate e argomenti derivati dalla cronaca. La propensione di una fascia di diciassettenni a prostituirsi in situazioni sociali del tutto 'normali' e prive di indigenze pratiche è stata purtroppo amaramente confermata da alcuni tristi fatti accaduti anche in Italia, a Roma. Se il problema esiste, naturalmnete può essere affrontato da varie angolazioni. Ozon divide il racconto in due: nella prima parte c'è ampio spazio per la disdicevole 'attività' di Isabelle; nella seconda, da quando viene scoperta la morte dell'uomo, il punto centrale è il tentativo da parte della madre di capire il perché di quella scelta. Qui emergono elementi di maggiore interesse e coinvolgimento, non ultimo la mancanza della figura paterna. Con molta furbizia, Ozon evita conclusioni, non condanna e non assolve. Si tira un po' indietro e lascia spazio allo spettatore. Che può comunque capire la gravità di un degrado generazionale nel quale per una ragazzina prostituirsi diventa un semplice gioco, e come sia urgente ricostruire un tessuto di valori capaci di cambiare la situazione. Tra alti e bassi, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso e decisamente scabroso.
Utilizzazione
più che nella programmazione ordinaria, il film si indirizza per proiezioni mirate, e per un pubblico adulto, nell'obiettivo di trarne auspicabili elementi per discutere sui fatti da parte di genitori, educatori, psicologi. Molta attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi, di uso di dvd e di altri supporti tecnici.