GIRLFIGHT

Valutazione
Accettabile-riserve, realistico
Tematica
Donna, Famiglia - genitori figli, Giovani, Sport
Genere
Drammatico
Regia
Karyn Kusama
Durata
110'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Girlfight
Distribuzione
Key Films
Musiche
Luca Mosca
Montaggio
Plummy Tucker

Orig.: Stati Uniti (2000) - Sogg. e scenegg.: Karyn Kusama - Fotogr.(Panoramica/a colori): Patrick Cady - Mus.: Luca Mosca - Montagg.: Plummy Tucker - Dur.: 110' - Produz.: Sarah Green, Martha Griffin, Maggie Renzi.

Interpreti e ruoli

Michelle Rodriguez (Diana), Jaime Tirelli (Hector), Paul Calderon (Sandro), Santiago Douglas (Adrian), Ray Santiago (Tiny), Elisa Bocanegra (Marisol), Shannon Walker Williams (Veronica), Victor Sierra. (Ray), Louis Guss (Don), Herb Lovelle . (Cal)

Soggetto

I guai piovono a ripetizione sulla testa della giovane Diana Guzman. Adolescente scontrosa e cupa, a scuola litiga regolarmente con le compagne, anche per motivi all'apparenza futili. Del resto la vita nel Red Hook Projects, un angolo popolare e periferico di Brooklin, sembra non concederle molte alternative. Il padre Sandro non riesce a dialogare con lei, e il fratello minore Tiny é ancora perso nei sogni dell'età infantile. Quest'ultimo fa pugilato in palestra, spronato e incoraggiato dal padre, ma non riesce a trarne molta soddisfazione. Diana ogni tanto va a vederlo e una volta pensa che forse il ring potrebbe essere una soluzione ai propri problemi. Comincia allora ad allenarsi in segreto insieme ad Hector, grazie al quale, dopo alcune intense settimane di lavoro, riesce a controllare l'ira e a dosare la forza innata. Quando decide di misurarsi con altri, affronta sul ring vari pesi piuma, uomini e donne, e si impone sempre con determinazione e misura. E' questo il primo passo che le consente di recuperare un rapporto più equilibrato con il padre e dentro la famiglia. Ma soprattutto ora capisce l'importanza di mostrarsi anche più vulnerabile. In questo modo l'amicizia con il collega pugile Adrian può trasformarsi in una dolce storia d'amore, che la rende ora uguale a tante ragazze della sua età.

Valutazione Pastorale

Esordiente come sceneggiatrice e regista, Karyn Kusama segue uno sviluppo narrativo dal consolidati punti di riferimento: screzi, incomprensioni, litigi, voglia di emergere, sentimenti, conquista finale di un maggior equilibrio. Tutto scivola verso il lieto fine, ma senza compiacimenti. Anzi la storia si fa apprezzare proprio per l'immediatezza e la vivacità con cui elabora certi snodi del racconto che oscillano tra il 'drammatizzato', e il realistico. Il ritratto di una certa degradata periferia newyorchese è infatti attendibile e vivace; il disagio sociale descritto é tangibile. Dall'altro lato il quadro complessivo è attraversato da voglia di crescita e di cambiamento, un po' stereotipata e romanzata qua e là ma anche con presenza di credibili atteggiamenti e di situazioni autentiche. Insomma la vicenda ha il pregio di non perdersi in inutili contorni e di proporsi come una nervosa favola moderna. Dal punto di vista pastorale, espresse riserve per qualche momento meno sorvegliato (linguaggio, e urla sopra le righe), il film è da valutare come accettabile, e sostanzialmente realistico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e anche sul tema del rapporto 'pugilato-cinema', stavolta con una ottica al femminile.

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