Orig.: Italia (1997) - Sogg.: Giuseppe M. Gaudino - Scenegg.: Giuseppe M. Gaudino, Isabella Sandri, Heidrun Schleef - Fotogr.(Panoramica/a colori ): Tarek Ben Abdallah - Mus.: Epsilon Indi - Montagg.: Roberto Perpignani, Giuseppe M. Gaudino - Dur.: 105' - Produz.: Gaundri Film.
Interpreti e ruoli
Aldo Bufi Landi (Salvatore Gioia), Tina Femiano (Mena Gioia), Antonio Pennarella (Tonino Gioia), Olimpia Carlisi (la Sibilla cumana), Angelica Ippolito (Agrippina), Sebastiano Colla (Nerone), Antonella Stefanucci (Maria "la pazza" ), Salvatore Grasso, Luciano Zazzera, Livio Cirillo, Lucio De Cicco, Vincenzo Modica, Antonella Romano, Roberta Spagnuolo, Angelo Montella.
Soggetto
Ecco Pozzuoli, al centro dei campi Flegrei, sul cui golfo si affacciano anche le città di Baia e di Miseno. Pozzuoli e dintorni sono luoghi con una storia antica e lontana nel tempo. Si rivivono così alcuni drammatici episodi di un passato quasi dimenticato: il matricidio di Agrippina ad opera di Nerone; gli oracoli della Sibilla Cumana; il giovane martire cristiano Artema, ucciso dai compagni di scuola; Maria 'la pazza', eroina guerriera che salvò la città dai nemici. Ma accanto al passato c'é il presente. Nei primi anni '70 nel golfo si riacutizzano i fenomeni del bradisismo. La famiglia Gioia, che vive di pesca, é costretta a lasciare più volte la casa perché a rischio di frana improvvisa. I ripetuti traslochi portano alla progressiva disgregazione dell'unità familiare. Le difficili relazioni sentimentali dei figli, l'opposizione alla forza pubblica che ordina lo sfratto, la morte del padre sono altrettante tappe che segnano dolorosi passaggi generazionali, ed esistenziali.
Valutazione Pastorale
"Il film -spiega il regista Giuseppe M.Gaudino- é il racconto dello spirito di un luogo. Narra dei sentimenti di gente che non conosce la quiete, continuamente in conflitto con la terra in cui vive. Sotto il vulcano e sotto l'incubo di frequenti terremoti, la battaglia quotidiana per la sopravvivenza si traduce spesso in continue riconquiste del territorio e del proprio spazio umano. Ma il senso finale in luoghi come questo é che la natura vince sull'uomo, che spesso confonde i cicli naturali con eventi soprannaturali, caricandoli di sacralità e di leggenda". Il racconto alterna la vicenda contemporanea con quelle mitologiche riviste attraverso gli occhi di oggi e le parole del piccolo Gennarino che le commenta. E' un'operazione che va ad incidere soprattutto sul linguaggio del film, sotto il profilo espressivo e linguistico. Sentimenti, commozioni, amore ancestrale per la casa, dolore, debolezze sono espressi con toni quasi da teatro, con echi non tanto lontani della tragedia e della farsa dell'antica Grecia. Certo i simbolismi sono tanti e non tutti facilmente decifrabili; meno ermetismo e meno cerebralismo avrebbero forse dato maggior respiro all'intenzione di fondere passato e presente. Ma i valori ci sono, la famiglia è bene prezioso da salvare, la religione che viene descritta rimanda a ruvidi modelli popolari carichi di affetto. Con qualche riserva per un intellettualismo un po' frenante, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come positivo, accettabile e complesso per la non facile forma espressiva adottata.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film é da utilizzare in occasioni particolari, come ritratto difficile e sofferto di una parte d'Italia divisa tra richiami arcaici e sguardo sul futuro.