Orig.: Francia/Italia/Spagna (2007) - Sogg.: tratto dal romanzo "L'Astrée" di Honoré d'Urfé - Scenegg.: Eric Rohmer - Fotogr.(Normale/a colori): Diane Barattier - Mus.: Jean Louis Valero - Montagg.: Mary Stephen - Dur.: 109' - Produz.: Francois Etchegaray, Jean Michel Rey, Philippe Liegeois.
Interpreti e ruoli
Andy Gillet (Celadon), Stephanie Crayencour (Astrée), Cécile Cassel (Léonide), Veronique Reymond (Galathée), Rosette (Silvie), Jocelyn Quivrin (Lycidas), Mathilde Mosnier (Phillis), Rodolphe Pauly (Hylas), Serge Renko (Adamas), Arthur Dupont (Semyre), Priscilla Galland . (Amynthe)
Soggetto
In una foresta meravigliosa, al tempo dei Druidi, il pastore Celadon e la pastorella Astrée si amano di un amore puro. Ingannata però da un pretendente, Astrée lascia Celadon che, disperato, si getta nel fiume. Lei lo crede morto ma in realtà il giovane viene salvato da alcune ninfe e poi decide di vivere isolato in una capanna. Deciso a mantenere fede alla promessa di non farsi più vedere dalla sua bella, Celadon deve affrontare prove durissime per spezzare questa maledizione. Concupito dalle ninfe, accerchiato dai rivali, costretto a travestirsi da donna per stare vicino a colei che ama, riesce infine a farsi riconoscere da Astrée senza infrangere il giuramento. Il loro amore ora può riprendere da dove si era bruscamente interrotto.
Valutazione Pastorale
Il film era in concorso alla Mostra di Venezia 2007. In quella occasione, Rohmer ha scritto una lettera al direttore della Mostra per informare che era impossibilitato ad intervenire. Non stava troppo bene. In visa dei novant'anni, il maestro francese aveva bisogno di riposarsi. Intanto però si fa sentire con questa spiazzante rappresentazione bucolica, che recupera un poema del primo Seicento ("L'Astrée" di Honoré d'Urfé) e lo mette in scena con spudorato infantilismo, lasciando (quasi9 tutto inalterato e girando totalmente in 'esterni' in una Francia agreste e naturale. L'operazione splende di una bellezza naturale. O la si rifiuta o ci si lascia andare al suo gioco. Ostico ma estremamente seduttivo: amore eterno, tradimenti, travestimenti, equivoci. Con qualche aspetto non del tutto secondario sui temi della mitologia, del paganesimo, di vari sincretismi religiosi. Uso dell'elettronica, formato ridotto, colori timidi, lacrime e felicità insieme, canzoni d'epoca. Uno spettacolo, un monito contro i manipolatori d'immagine, una lezione di cinema. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile con qualche riserva e da considerare nell'insieme poetico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e, forse con più opportunità, in situazioni mirate, per apprezzarne meglio i molti pregi visivi e narrativi.