Orig.: Italia (2003) - Sogg.: tratto dal libro "La ragazza poliziotto" di Francesco Massaro - Scenegg.: Ugo Barbara, Marco Da Lio, Massimo Di Martina, Paolo Zocca - Fotogr.(Panoramica/a colori): Bruno Cascio - Mus.: Elvira e Giovanni Lo Cascio - Montagg.: Giovanni Ballantini - Dur.: 86' - Produz.: Silva Film.
Interpreti e ruoli
Brigitta Boccoli (Emanuela Loi), Pino Insegno (Agostino Catalano), Vincenzo Ferrera (Vincenzo Li Muli), Alessandro Prete (Eddie Cosina), Francesco Guzzo (Antonio Vullo), Cristiano Morroni (Claudio Traina), Tony Garrani (giudice Borsellino), Sebastiano Lo Monaco (Capo polizia), Ernesto Mahieux . (Palmara), Benedicta Boccoli . (Claudia Loi)
Soggetto
23 maggio 1992. A Palermo la giovane Emanuela Loi, dopo un breve periodo di lavoro, viene assegnata alla scorta del giudice Borsellino. In un clima generale cittadino di notevole tensione instauratosi dopo l'assassinio del giudice Falcone, Emanuela vive giornate all'insegna dell'incertezza, e anche nel gruppo dei colleghi che lavorano con lei si respira un'aria pesante. Borsellino peridocamente va in visita a casa dell'anziana mamma, e la scorta provvede a sorvegliare il percorso. In seguito ad un disguido legato ad ispezioni illegali, il questore sospende il gruppo per un mese, ma è proprio Borsellino a condonare tutti e a richiamarli con sè. Intanto il fidanzato, al momento di lasciare la Sicilia, chiede a Emanuela di sposarlo: e fissano per il mese di dicembre. Il 19 luglio 1992, in occasione di un nuova visita di Borsellino alla mamma, quando la macchina arriva vicino alla casa esplode in aria. Il giudice e tutti gli agenti della scorta muoiono sul colpo.
Valutazione Pastorale
Cronaca e storia: su questi due versanti si muove il ricordo di quei 57 giorni che separarono gli omicidi dei due giudici Falcone e Borsellino. Cronaca ancora tragicamente recente, per certi versi, e anche Storia, perchè la si vorrebbe archiviare in un passato che non abbia mai più a ripetersi. Ma se indagare i motivi sociali e politici di quei fatti è compito gravoso, difficile, rischioso, è giusto almeno non dimenticarsi di chi, insieme ai giudici, ha perso la vita nell'esercizio del proprio dovere. Così il copione sceglie la strada di concentrarsi sull'aspetto umano dei protagonisti e, in particolare, su quella di Emanuela, unica donna del gruppo. Se sotto il profilo narrativo il racconto stenta un po' a mettersi in moto, scontando qualche lentezza e qualche carenza di montaggio, nella seconda parte la regia si fa più stringata e serrata: allora emerge bene il tema della quotidianità della vita di Emanuela, le sue umanissime paure, le speranze, le attese. Pessimismo e fatalismo sembrano prevalere nell'azione della polizia, forse dovuti ad un certa fretta nella costruzione psicologica dei personaggi di contorno. Nell'insieme però il film mantiene sincerità e interesse e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile e semplice (naturalmente non riguardo ai temi affrontati ma al modo di svolgerli).
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre, anche a livello didattico, come approccio di riflessione a tragici fatti recenti della nostra storia.