Orig.: Stati Uniti (2014) - Sogg.: Jeffrey Caine, Oren Moverman - Scenegg.: Orem Moverman - Fotogr.(Scope/a colori): Bobby Bukowsky - Mus.: autori vari - Montagg.: Alex Hall - Dur.: 117' - Produz.: Richard Gere, Miranda Bailey, Lawrence Inglee, Caroline Kaplan, Bill Pohlad, Edward Walson per Lightstream Pictures - FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 2014, SEZIONE "CINEMA D'OGGI" SELEZIONE UFFICIALE.
Interpreti e ruoli
Richard Gere (George), Ben Vereen (Dixon), Jena Malone (Maggie), Steve Buscemi (Art), Jeremy Strong (Jack), Kyra Sedgwick (Karen/Finta Sheila), Michael Buscemi (Frank), Anna Suzuki (Monica), Miranda Bailey (Jennifer), Brian D'Arcy James (Mark), Geraldine Hughes (Maire), Dominic Colon (Felix), Michael K. Williams . (Mike), Lisa Datz . (Laura)
Soggetto
Siamo a New Yok, più che mai metropoli e Grande Mela. George, uomo di mezza età, ha abbandonato tempo addietro la figlia Maggie di 12 anni, lasciandola nelle mani della nonna materna. Rimasto senza lavoro e senza prospettive, George ha progressivamente abbandonato ogni speranza di recupero, adattandosi a dormire dove capita nelle ben poco accoglienti strade neyworchesi Dopo aver provato a fermarsi in bui androni di palazzi, George trova finalmente rifugio in un grande centro di accoglienza per senza tetto, il Bellevue Hospital...
Valutazione Pastorale
Il film è uscito in Italia in modo anomalo e inusuale. Trattandosi di una produzione targata 2014 (presentata in anteprima alla festa di Roma di quell'anno), si è reso necessario un lancio robusto e di forte attrazione. Così il 9 giugno scorso il film è stato presentato nella mensa della Comunità di Sant'Egidio ad una platea di homeless e alla presenza del protagonista stesso. Per cui la riflessione indotta era: Richard Gere, divo americano, uno di quelli che maggiormente impersonano lo star system hollywoodiano, è qui davanti a voi nel ruolo di uno di voi. L'attore, da parte sua, ha fatto di tutto per apparire nel film un senza tetto credibile. un reietto, un solitario uno degli ultimi della scala sociale, aiutato dalla regia di Overmann che ne accentuava l'isolamento e il realismo di fondo. Il copione però non è sempre nitido e impeccabile. E anche qui procede per paradossi e 'opposti'. Perché al cinema Gere ricorda lo spietato, brillante e generoso capitalista di Pretty Woman, mentre il film di oggi apre invece una finestra seria e profonda su un'America che è ben altro, il Paese della sofferenza, delle privazioni, della solitudine, una povertà diffusa e autentica. Ed è un richiamo che il film lancia e che non sottovalutato. Un appello a ritrovare coesione, solidarietà, apertura verso l'altro. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e da affidare a dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte, successive occasioni come ritratto nitido e realistico delle tante facce che ancora abitano l'America, paese dalle stridenti, feroci contraddizioni.