Gli sdraiati

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti *
Tematica
Famiglia - genitori figli, Giovani, Letteratura
Genere
Commedia
Regia
Francesca Archibugi
Durata
103'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Gli sdraiati
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Soggetto: romanzo omonimo di Michele Serra. Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Francesco Piccolo.
Fotografia
Kika Ungaro
Musiche
Battista Lena
Montaggio
Esmeralda Calabria

Produzione: Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen, Andrea Occhipinti.

Interpreti e ruoli

Claudio Bisio (Giorgio Selva), Gaddo Bacchini (Tito Selva), Cochi Ponzoni (Pinin Innocenti), Antonia Truppo . (Rosalba Bendidio), Gigio Alberti (Gianni), Barbara Ronchi (Annalisa), Carla Chiarelli (Elena), Federica Fracassi (Carla), Sandra Ceccarelli (Livia Innocenti), Giancarlo Dettori (prof. Ferrara), Ilaria Brusadelli (Alice Bendidio), Matteo Oscar Giuggioli ; Donatella Finocchiaro (Lombo), Nicola Pitis (Presidente del Consiglio Barenghi), Niccolò Folin (Pippo), Gabriele di Grali (Yacco), Massimo de Laurentiis . (Boh)

Soggetto

Giorgio Selva, un lavoro appagante in televisione, si è separato e ha ottenuto l'affido del figlio Tito, 17 anni. Il giovane ha come amici un gruppo di coetanei, disordinati e ribelli e una ragazza Alice che parla poco e non sorride mai...

Valutazione Pastorale

Il punto di partenza è il romanzo omonimo di Michele Serra nel quale "ci ha colpito - precisa Francesca Archibugi- una specie di disfunzionalità paradossale perché invertita, la solitudine di un padre che si sente chiuso fuori dalla vita del figlio. Lui incompreso, e forse non amato". L'impressione è che il sentirsi chiuso da parte di Guido, il padre (uomo di successo e senza problemi economici), sia direttamente proporzionale alla chiusura nella quale sono stati confinati i figli dalla superficialità dei genitori. Siamo forse, almeno da noi, a un punto di non ritorno, quello in cui il menefreghismo sostanziale dei figli si riflette sull'apatia dei genitori. E il confronto, privo di vere motivazioni ma solo affidato ad una inerte indifferenza, non produce più né rabbia né reazioni. Rotto il patto tra una generazione e la successiva, sta per prevalere, e forse vincere, l'individualismo come unica possibilità di affermazione. Naturalmente il fatto che questo copione generi la possibilità di parlare di questi temi importanti basta da solo a segnarlo come meritevole di attenzione. Del resto Archibugi è regista solida in grado di stare dentro la realtà ei muoversi tra finzione e speranza con bell'equilibrio. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e da affidare a dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per affrontare con il supporto di riflessioni e testimonianze l'argomento padri/figli, proprio dalla parte dei 'maschi', quella trascurata e vista più da lontano.

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