Produzione: Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen, Andrea Occhipinti.
Interpreti e ruoli
Claudio Bisio (Giorgio Selva), Gaddo Bacchini (Tito Selva), Cochi Ponzoni (Pinin Innocenti), Antonia Truppo . (Rosalba Bendidio), Gigio Alberti (Gianni), Barbara Ronchi (Annalisa), Carla Chiarelli (Elena), Federica Fracassi (Carla), Sandra Ceccarelli (Livia Innocenti), Giancarlo Dettori (prof. Ferrara), Ilaria Brusadelli (Alice Bendidio), Matteo Oscar Giuggioli ; Donatella Finocchiaro (Lombo), Nicola Pitis (Presidente del Consiglio Barenghi), Niccolò Folin (Pippo), Gabriele di Grali (Yacco), Massimo de Laurentiis . (Boh)
Soggetto
Giorgio Selva, un lavoro appagante in televisione, si è separato e ha ottenuto l'affido del figlio Tito, 17 anni. Il giovane ha come amici un gruppo di coetanei, disordinati e ribelli e una ragazza Alice che parla poco e non sorride mai...
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza è il romanzo omonimo di Michele Serra nel quale "ci ha colpito - precisa Francesca Archibugi- una specie di disfunzionalità paradossale perché invertita, la solitudine di un padre che si sente chiuso fuori dalla vita del figlio. Lui incompreso, e forse non amato". L'impressione è che il sentirsi chiuso da parte di Guido, il padre (uomo di successo e senza problemi economici), sia direttamente proporzionale alla chiusura nella quale sono stati confinati i figli dalla superficialità dei genitori. Siamo forse, almeno da noi, a un punto di non ritorno, quello in cui il menefreghismo sostanziale dei figli si riflette sull'apatia dei genitori. E il confronto, privo di vere motivazioni ma solo affidato ad una inerte indifferenza, non produce più né rabbia né reazioni. Rotto il patto tra una generazione e la successiva, sta per prevalere, e forse vincere, l'individualismo come unica possibilità di affermazione. Naturalmente il fatto che questo copione generi la possibilità di parlare di questi temi importanti basta da solo a segnarlo come meritevole di attenzione. Del resto Archibugi è regista solida in grado di stare dentro la realtà ei muoversi tra finzione e speranza con bell'equilibrio. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e da affidare a dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per affrontare con il supporto di riflessioni e testimonianze l'argomento padri/figli, proprio dalla parte dei 'maschi', quella trascurata e vista più da lontano.