Orig.: Stati Uniti (1998) - Sogg.: ispirato al film omonimo di John Cassavetes (1980) - Scenegg.: Steven Antin - Fotogr.(Panoramica/a colori): - Mus.: Howard Shore - Montagg.: David Watkin - Dur.: 107' - Produz.: Gary Foster, Lee Rich.
Interpreti e ruoli
Sharon Stone (Gloria), Jeremy Northam (Kevin), Jean-Luke Figueroa (Nicky), Cathy Moriarty
Soggetto
Uscita dopo tre anni da un carcere della Florida, Gloria vola subito a New York per avere quello che le spetta dal suo ex - fidanzato, il mafioso Kevin, per colpa del quale è stata in prigione. Kevin risponde negativamente, e Gloria si arrabbia moltissimo. Nell'appartamento si aggira Nicky, un bambino di sei anni, la cui famiglia è stata sterminata dalla banda di Kevin. Nicky ha nascosto un dischetto con informazioni che possono compromettere tutto il clan locale, e non vuole dire dove si trova. Appena capisce che il bambino si trova in grave pericolo di vita, Gloria, anche per una forma di reazione, minaccia tutti e riesce a portarlo via. Ma da quel momento la sua vita diventa una corsa continua. Con pochi soldi e senza un posto dove andare, Gloria si vede rifiutare ospitalità dalla sorella, trova ammazzato uno zio del piccolo,infine, dovendo fare ritorno in Florida per presentarsi per la 'firma', ritiene opportuno affidarlo ad un istituto. Il parroco di una chiesa le procura un appuntamento in una scuola fuori città. Gloria vi si reca, e affida Nicky ad alcuni sacerdoti. Risalita in macchina, si ferma, torna indietro, va di nuovo via, torna di nuovo sui propri passi, prende Nicky e lo porta via con sé. All'aeroporto, i due vanno incontro ad una nuova vita insieme.
Valutazione Pastorale
Si tratta del 'remake' di "Gloria, una notte d' estate", girato da John Cassavetes nel 1980 (il regista é poi scomparso nel 198 )ed interpretato da Gena Rowlands (allora moglie di Cassavetes). Il riferimento rimane, come capita spesso in questi casi, una semplice curiosità storica e di documentazione. Preso ed osservato per se stesso, questo film non sembra per niente diretto da un regista solido e di lunga esperienza come Sidney Lumet. Il racconto è condotto con modi affrettati, che si risolvono nel non riuscire ad andare al di là di emozioni epidermiche e superficiali. Il rapporto che nasce tra la donna e il bambino, e che cresce fino alla decisa soluzione finale non tocca mai accenti di autentica commozione. Il film, in sostanza, é di tono drammatico, ma il dramma si impone solo a tratti. Tuttavia, pur tra vistosi limiti di struttura, il film presenta piccoli/grandi problemi in una lettura confortante per la scelta conclusiva della protagonista, e il messaggio generale é da considerare positivo. Dal punto di vista pastorale, le riserve servono ad evidenziare l'eccessivo ricorso ad un turpiloquio non sempre opportunamente motivato.
UTILIZZAZIONE: tenendo presenti le riserve sopra espresse, il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. In altre occasioni, l'utilizzo può avvenire come spunto per parlare di famiglia, di rapporti genitori/figli, e altri.