Orig.: Stati Uniti (2006) - Sogg. e scenegg.: Chris Cleveland - Fotogr.(Scope/a colori): Jeffrey L. Kimball, John Toon - Mus.: Trevor Rabin - Montagg.: John Wright - Dur.: 106' - Produz.: Jerry Bruckheimer.
Interpreti e ruoli
Josh Lucas (Don Haskins), Derek Luke (Bobby Joe Hill), Al Shearer (Nevil Shed), Tatyana Ali (Tina Malichi), Jon Voight (Adolph Rupp), Sam Jones III (Willie Worsley), Mehcad Brooks (Harry Flournoy), Austin Nichols (Jerry Armstrong), Alphonso McAuley (Orsten Artis), Damaine Radcliff (Willie Cager), Emily Deschanel . (Mary Haskins)
Soggetto
Nella stagione agonistica 1965-66, l'allenatore Don Haskins, del tutto sconosciuto, accetta l'offerta di guidare la squadra di pallacanestro dell'università 'Miners' di El Paso, nel Texas. I soldi disponibili però sono pochi e allora Haskins intraprende qualche viaggio alla ricerca di giovani sconosciuti ma di valore. Quelli che lo convincono e che, dopo qualche fatica, riesce a far trasferire all'università sono però tutti di colore: cosa che suscita non poche perplessità sia nel finanziatore della squadra sia nell'opinione pubblica. Haskins tuttavia va avanti e, quando comincia il campionato, arrivano anche i primi risultati positivi. Nel corso delle varie trasferte le manifestazioni di razzismo proseguono e alcuni ragazzi sembrano tentati di abbandonare. Haskins a questo punto riesce a compattare tutto il gruppo e a portarlo verso la finalissima. Al fotofinish il Kentucky dell'incredulo allenatore Rupp viene battuto e i Miners si laureano campioni.
Valutazione Pastorale
Sui titoli di coda viene ricordato quello che i ragazzi hanno fatto nella loro vita successiva a quella grande esperienza, e ci sono anche interviste con alcuni di loro, oggi, e spezzoni televisivi in b/n di quella partita di finale. L'episodio infatti è autentico e quella dei Miners viene ricordata come una delle più grandi imprese in assoluto dello sport. Tenere come punto di riferimento la realtà, servirsene con taglio cronachistico e inserire tutto in un racconto 'abbellito' con i toni della finzione é merito del copione, giocato con pregio sul rapporto tra storia, leggenda, denuncia sociale. Sembrano forse retorici alcuni passaggi e dialoghi del racconto ma l'obiettivo convincente, e raggiunto, é quello di chiarire che lo sport non è cosa effimera ma può entrare nel vivo della crescita sociale individuale e collettiva. Qualche enfasi dunque, ma con verità, con la voglia di riaffermare i valori di una pratica sportiva che deve unire e non dividere. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e semplice nel suo sviluppo narrativo.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, più utilmente, proposto in scolastici e didattici per il suo taglio soprattutto pedagogico.