Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Davide Ferrario - Fotogr. (Panoramica/ a colori): Giovanni Cavallini - Mus.: Giorgio Canali - Montagg.: Claudio Cormio - Dur.: 95' - Produz.: Giuseppe Perugia, Alessandro Giachetti. VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Interpreti e ruoli
Elisabetta Cavallotti (Nina), Stefania Orsola Garello (Cristiana), Flavio Insinna (Flavio), Gianluca Gobbi (Dario), Claudio Spadaro (Baroni), Angelica Ippolito (madre di Nina), Luigi Diberti (Castellani), Yorgo Voyatzis (padre di Nina), Antonello Grimaldi . (Joe)
Soggetto
Nina fa l'attrice nei film del genere pornografico. Per lei si tratta di un mestiere come un altro che risponde alla richiesta di una precisa fascia di persone. Nina ha una figlia piccola e vive una relazione con Cristiana, redattrice di una rivista hard. I contrasti non mancano, ma l'una ha bisogno dell'altra per sfuggire alla solitudine. Nina incontra ogni tanto la mamma. Dopo una visita medica di routine, a Nina viene diagnosticato un cancro, e la sua vita cambia. Va a trovare anche il padre, impegnato con gli aiuti umanitari nella ex-Jugoslavia. Ma Nina ormai sente che la sua vita sta cambiando. Quel corpo che le é servito per lavorare ora le si rivolta contro. All'ospedale conosce Flavio, a sua volta malato e i due cominciano a frequentarsi. Nina tuttavia non vuole interrompere la propria attività, invita ad assistervi anche Flavio, che però intanto sente di innamorarsi di lei. Dopo un periodo di ulteriori esami, all'ultimo controllo Nina inaspettatamente risulta migliorata e in via di guarigione; Flavio invece va verso la fase terminale. Nina gli regala un ultimo momento di intimità. Flavio muore. Per Nina comincia una vita diversa.
Valutazione Pastorale
Dovrebbe essere, a detta del regista, "non un film 'sul' porno, ma la storia di una pornoattrice.Voglio dire che non si tratta di un film su un fenomeno, ma che racconta la vita di una persona...". Che esista il fenomeno, nessuno lo nega; che anche i protagonisti di questo 'mondo a parte' possano essere considerate persone con emozioni e sentimenti, é altrettanto vero. Il fatto é che il film non fa il mimino sforzo per farsi vedere come veicolo di riflessione sui temi che affronta. Tutto si risolve in una sequela di esibizioni e di superflue provocazioni, sulle quali la malattia arriva come una copertura moralistica snobistica e stucchevole. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inaccettabile e del tutto negativo.
UTILIZZAZIONE: non si vedono possibili utilizzazioni del film né in programmazione ordinaria né in altre occasioni.