Orig.: Stati Uniti (2010) - Sogg. e scenegg.: Peter Morgan - Fotogr.(Scope/a colori): Tom Stern - Mus.: Clint Eastwood - Montagg.: Joel Coc, Gary Roach - Dur.: 129' - Produz.: Clint Eastwood, Kathleen Kennedy, Robert Lorenz.
Interpreti e ruoli
Matt Damon (George Lonegan), Cécile de France (Marie Lelay), Frankie McLaren (Marcus), George McLaren (Jason), Jay Mohr (Billy), Thierry Neuvic (Didier), Bryce Dallas Howard (Melanie), Richard Kind (Christos), Lyndsey Marshal (Jackie), Marthe Keller (dott.ssa Rousseau), Jenifer Lewis (Candace), Tom Beard (il prete), Derek Jacobi (se stesso)
Soggetto
Scampata allo tsunami, la giornalista francese Marie torna a Parigi, si accinge a scrivere un libro su Mitterand ma poi cambia: avverte urgente il bisogno di spiegare quello che ha passato nei momenti successivi alla tragedia. A San Francisco l'operaio George ha poteri sensitivi che gli permettono di entrare in contatto con i defunti. Il fratello Billy intravede l'affare e gli prepara un ufficio in piena regola. Licenziato per la crisi economica, George fugge a Londra. Qui Marcus e Jason, gemelli sui dieci anni, difendono la mamma che fa uso di droghe dai controlli dei servizi sociali. Recatosi in farmacia, Jason muore per strada investito da un camion. Marcus non si rassegna alla scomparsa e comincia a cercare un sensitivo che lo metta in contatto con il fratellino. Anche Marie arriva a Londra per presentare il libro sull'esperienza vissuta. Marcus avvicina George, che aveva visto su internet, George si incontra con Marie. Così le rispettive esperienze li hanno fatti conoscere.
Valutazione Pastorale
Soggetto e sceneggiatura sono di Peter Morgan ("The Queen", "Frost/Nixon") che afferma: "Ho scritto il film dopo la morte di un mio carissimo amico (...) Al suo funerale ho pensato quello che forse pensavano tutti: dov'è andato?. Ho voluto scrivere una storia che ponesse domande come questa". E Eastwood aggiunge: "Racconto una vicenda di anime che non ha specifici connotati religiosi e tanto meno si tratta di un thriller soprannaturale...lo considero non un film sulla morte ma sulla vita e sul pensiero". Premesse doverose, per evitare di far andare il copione lungo strade che non gli appartengono. Se la scrittura presenta qualche momento un po' irrisolto (Marcus in giro per Londra in visita ai sensitivi) o 'telefonato' (George perde il lavoro per essere libero di andarsene), é la messa in scena di Eastwood a offrire all'insieme sostanza e intensità, attraverso una regia corposa e nitida, senza sbavature, di dichiarata semplicità: il che non significa facilità, ma veicolo comunicativo diretto e incisivo, capace di coniugare al meglio finzione e realismo legato alla cronaca (lo tsunami, gli attentati a Londra, la crisi economica...). Sul tema della vita oltre la morte, Eastwood offre un approccio umanistico, capace di accostare i dolori universali e di vincerli non in modo consolatorio ma stringendosi intorno ai valori del quotidiano, l'amore (anche per una mamma 'drogata'), la condivisione, la fiducia, la letteratura come territorio che lega i vari secoli, e ci rende più vicini uomini e donne del passato. Si tratta di un forte invito a recuperare quella 'verità' e quella 'bellezza' che veramente possono salvare il mondo. Film sfaccettato e denso che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare in molto occasioni successive.