Orig.: Stati Uniti (2010) - Sogg.: Brian Charles Frank - Scenegg.: Spencer Susser, David Michod - Fotogr.(Scope/a colori): Morgan Susser - Mus.: Frank Tetaz - Montagg.: Michael McCusker, Spencer Susser - Dur.: 100' - Produz.: Lucy Cooper, Matthew Weaver, Scott Prisand, Natalie Portman, Spencer Susser, Johnny Lin, Win Sheridan.
Interpreti e ruoli
Joseph Gordon-Levitt (Hesher), Devin Brochu (T.J.), Rainn Wilson (Paul Forney), Natalie Portman (Nicole), Piper Laurie (nonna), John Carroll Lynch (Larry), Brendan Hill (Dustin), Paul Bates (sig. Elsberry), Monica Staggs . (madre)
Soggetto
In una cittadina americana, Hesher, giovane vagabondo capellone abituato a girare a torso nudo, si installa nella casa dove il 13enne T.J. vive con il padre Paul e la nonna. Sulla famiglia grava il dolore per la perdita recente della mamma in un incidente d'auto. Hesher ha modi di fare scostanti, offensivi e volgari. Dopo la morte della nonna tuttavia, il suo intervento in chiesa al funerale serve a scuotere il padre e il figlio, e a farli ricominciare a guardare al futuro.
Valutazione Pastorale
La scelta come soggetto centrale dell'uomo misterioso che 'non si sa da dove viene nè dove va', solamente scardina l'esistente e cambia la vita di chi lo frequenta, ha avuto motivi di presenza e di significativo sviluppo in anni lontani, in altre situazioni e con altri tipi di cinema. Qui questo Hesher, cinico, menefreghista e strafottente, è fin dall'inizio fuori luogo, fuori sintonia, disadattato non come carattere ma come figura narrativa. In breve, tra i motivi che rendono il padre catatonico e il figlio asincronico, e le irritanti mattane di Hesher non si crea mai alcuna dialettica e la drammaturgia che dovrebbe conseguirne resta fasulla, arida, insulsa, suona come una moneta falsa. La disperazione esistenziale che sconvolge i protagonisti (compresa Nicole) sembra costruita a tavolino sullo sfondo di un'America anonima e tanto, tanto amara, tutto si muove in un piccolo mondo stonato e fotocopiato, affogato nella gratuità e nel convenzionale. Le seduzioni dell'opera prima annaspano dentro una regia pretenziosa e supponente, appoggiata su dialoghi insistiti all'insegna di un'inutile, compiaciuta volgarità. Un film velleitario e per niente gradevole che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e segnato da scabrosità.
Utilizzazione
più che nella programmazione ordinaria, il film si indirizza per proiezioni mirate, come esempio di quella produzione 'indipendente' americana, fatta di ambizioni spesso irrisolte. In ogni caso la pellicola non è adatta per minori e piccoli, e attenzione è da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.