Orig.: Italia (2006) - Sogg.: Gianluca Olmastroni - Scenegg.: Edoardo Montanari - Fotogr.(Panoramica/a colori): Marco Prati - Mus.: Riccardo Jacono - Montagg.: Gianluca Olmastroni - Dur.: 80' - Produz.: Luca Tornatore.
Interpreti e ruoli
Adamo Rondoni (Hikikomori), Olivia Fontani (ragazza in metro), Tania Pedini (commessa), Simone Martino (uomo in metro), Gianfranco Battistini (cliente uomo anziano), Roberto Pastore (cliente uomo giovane), Samantha Benelli (Barbara), Stella Novari (strega dispettosa), Bona Teixeira (cliente donna), Giorgia Fiorucci (bambina), Daniele Timpano . (attore teatro)
Soggetto
In una grande città, un trentenne ripete ogni mattina gli stessi gesti: si alza, fa colazione, va a lavorare in un negozio di elettronica, torna a casa, si prepara la cena con cibi già pronti. La sua unica divagazione è il computer. Qui si sbizzarrisce, e con lo pseudonimo di Hikikomori entra in contatto con molte persone, anche donne. Sulla metropolitana incrocia lo sguardo con una ragazza che vorrebbe rivedere ma non riesce più ad incontrare. La ritrova qualche giorno dopo, la segue fino all'uscita della metro, la ferma. E trova il coraggio per parlarle.
Valutazione Pastorale
Comincia in modo un po' affannato questo racconto breve (80') che nei primi dieci minuti sembra annegare in una stanza ripetitività fine a se stessa. Bisogna però arrivare alla fine e rivedere il tutto in un grande flash back: così facendo, l'evolversi del rigido schematismo iniziale in una dimensione narrativa più snella e motivata fa acquistare alla storiella simpatia e attenzione. Il ritratto di una solitudine metropolitana é stilizzato, timido, fatto di continue sottrazioni. Ma non dispiace che il piccolo budget a disposizione sia diventato funzionale ad una piccola decsrizione di piccoli/grandi sentimenti. Qua e là Olmastroni dà l'idea di saper ben girare, e il suo occhio sul protagonista é complice e comprensivo. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e senz'altro semplice.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, meglio se in per gruppi più allenati ad un cinema che si muove tra tradizione e sperimentalismo.