Il film è in distribuzione sulla piattaforma Disney+
Interpreti e ruoli
Claire Danes (Carrie Mathison), Mandy Patinkin (Saul Berenson), Damian Lewis (Nicholas Brody), Morena Baccarin (Jessica Brody), Morgan Saylor (Dana Brody), Rupert Friend (Peter Quinn), Sarita Choudhury (Mira Berenson), Tracy Letts (Andrew Lockhart), F. Murray Abraham (Dar Adal), Elizabeth Marvel . (Elizabeth Keane), Costa Ronin (Yevgeny Gromov), Maury Sterling . (Max Piotrowski), Diego Klattenhoff (Mike Faber), Amy Hargreaves (Maggie Mathison), Timothée Chalamet (Finn Walden)
Soggetto
"Homeland", stagione 8. Tra Washington e l’Afghanistan, salvata come sempre dal suo mentore Saul Berenson, Carrie si trova in un ospedale militare per smaltire privazioni e incubi procurati da quasi un anno di arresto forzato in Russia. Un ritorno alla normalità, nei ranghi della CIA? Considerando la sua vicenda travagliata, la strada è tutta in salita…
Valutazione Pastorale
Io sto con Carrie. Ci vorrebbe proprio Carrie in questi tempi difficili! Carrie Mathison, l’agente della CIA interpretata dalla poderosa Claire Danes – che ha incassato due premi Golden Globe e due Emmy per il ruolo –, è la protagonista della serie di Showtime “Homeland. Caccia alla spia”, in onda dal 2011 al 2020, con 8 stagioni in tutto. Nella primavera 2020 sulla piattaforma Now (successivamente su Disney+) è stata rilasciata l’ottava stagione, quella finale, dove si è messo un punto sulla storia di questa brillante agente, affetta da disturbo bipolare, con un talento investigativo fuori dal comune e con la capacità di attirarsi guai e sofferenze come un magnete. Abbiamo seguito Carrie in questi dieci anni ovunque, da Washington a Kabul, da Caracas a Berlino, poi nuovamente in America a New York e infine in Russia; Carrie ci ha fatto venire i brividi per le sue azioni spericolate, per la sua cocciutaggine nella ricerca delle verità. E quanto ci ha fatto arrabbiare! Quante volte avremmo voluto proteggerla da sofferenze inutili; che shock poi vederla alla fine della 7a prigioniera in Russia.
Punto di partenza è “Hatufim” (“Prisoners of War”), la serie israeliana ideata nel 2010 da Gideon Raff; Howard Gordon e Alex Gansa hanno poi rielaborato il tutto per il network Showtime. Così è nata la serie “Homeland”, ipnotico racconto della minaccia terroristica nell’America post 11 settembre; rischio sì di infiltrazioni nel territorio e nelle istituzioni statunitensi, ma anche pericoli di derive nei corpi dello Stato, tra CIA e FBI. In tutto questo c’è Carrie, guardata a vista da Saul, ossessionata dalla verità e dalla sicurezza nazionale, pronta a perdersi pur di riuscire nel suo lavoro; perdersi in missioni oppure nei rivoli della mente, ai limiti delle allucinazioni. Non è facile seguire la narrazione, proprio perché il personaggio di Carrie è così debordante, travolgente. Ma come si fa a non amarla, a non penare con lei? La serie è scritta e diretta con grande forza e pathos; uno dei tanti pregi di “Homeland” è quello di aver sempre viaggiato in sintonia con la realtà, con le vicende della politica interna ed estera americana, riuscendo in molti casi ad anticiparne le svolte. Nell’insieme il racconto è adrenalinico, asciutto e di certo persino disturbante (come le torture inferte al povero Peter Quinn, il bravissimo Rupert Friend!). E “Homeland 8” non garantisce nulla di soft, anzi… Occhi ancora più sgranati su Carrie, su un finale mozzafiato e struggente. Una conclusione coraggiosa, sorprendente e raffinata, degno della penna dei migliori giallisti. Nell'insieme la serie "Homeland" è complessa, problematica e per dibattiti.
Utilizzazione
La serie è indicata per un pubblico adulto, capace di saper gestire i temi in campo e il linguaggio visivo-narrativo adottato.