Orig.: Gran Bretagna (1999) - Sogg. e scenegg.: Justin Kerrigan - Fotogr.(Panoramica/a colori): David Bennett - Mus.: Robi Mello, Matthew Herbert - Montagg.: Patrick Moore - Dur.: 95' - Produz.: Allan Niblo, Herbert McCourt.
Interpreti e ruoli
John Simm (Jip), Shaun Parkes . (Koop), Lorraine Pilkington
Soggetto
Jip, Koop, Nina, Lulù, Moff: cinque ragazzi aspettano l'arrivo del week end. Siamo a Cardiff, e ciascuno di loro si presenta guardando dentro la m.d.p. Chi più chi meno tutti lavorano, ma ora bisogna organizzare la sera, e sopratutto, la notte del sabato. Purtroppo anche altri problemi incombono. Jip consuma molte droghe ma ora é preoccupato al pensiero che troppi stupefacenti possano renderlo impotente. Lulù ha vari ragazzi, i quali a loro volta non disdegnano altre avventure, a insaputa di lei. Koop e Nina stanno insieme ma lui ad un certo punto sospetta che lei abbia altri ragazzi e l'idillio finisce. Moff é il figlio di un ispettore di polizia e vorrebbe darsi atteggiamenti 'seri'. La sera tutti entrano in un locale, e qui cominciano a ricordare il 1991, quando quel posto si chiamava Tom Tops. Uno dice: "Vorrei che gli extraterrestri mi rapissero dal pianeta Cardiff". Arriva il giorno dopo. Nel pomeriggio, il gruppo é come al solito al bar. Qui Moff annuncia solennemente che vuole finirla con la droga. Si sente la frase: "E' un mondo pazzo, ma sono fiero di farne parte".
Valutazione Pastorale
Sciatto e inconcludente, questo ritratto di 'gioventù perduta' gallese contemporanea fa capire subito i suoi veri obiettivi: dietro il consueto paravento dell'indagine sociologica, delle situazioni colte dal vero, del linguaggio 'autentico', il film é solo l'occasione per mettere insieme il peggio delle abitudini giovanili, ammantandolo di stucchevole compiacimento, di noiosa 'normalità', di irritante snobismo qualunquista. L'opera prima è anche ben girata, ma non offre la benché minima occasione per fermarsi un momento a riflettere su ciò che si vede: tutto scorre all'insegna della banalità e dell'ammiccamento, non c'é mai dramma, il quadro del 'tutto é lecito' deve servire da stimolo per creare immediata imitazione e veicolare il tipo di vita che si vede. Un prodotto pericoloso, dunque, per il suo tono livellante e privo di attenzione per i valori dell'individuo. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inaccettabile, e costantemente di tono negativo.
UTILIZZAZIONE: il film é da escludere dalla programmazione ordinaria. Da sconsigliare è l'utilizzo anche in occasione di proposte su ritratti di gioventù europea fine anni Novanta.